El Greco

pittore, scultore e architetto greco
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El Greco o Il Greco nome d'arte di Domínikos Theotokópoulos (1541 – 1614), pittore, scultore e architetto greco.

El Greco

Citazioni su El Greco

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  • Il suo genio eccezionale ammireranno, non imiteranno le età future. (Hortensio Félix Paravicino)
  • [Sul dipinto Julián Romero de las Azanas y su santo Patrono] Mai, mi sembra, è stato reso in un modo così commovente il "Padre, nelle tue mani rimetto lo spirito mio". L'implorazione degli occhi, l'abbandono delle bocche (in questi due capi di guerra! delle bocche da venir comunicate con un poco di terra e d'erba), il gesto così fraterno del cavaliere (come lo circonda bene, il suo orante!), le mani dell'inginocchiato, belle come un bel destino, tutto compone una freccia che raggiunge il segno. Infine una pittura cattolica che raggiunge il segno: elevare, edificare. L'autore ci fa grazia, questa volta della sua visione celeste. Il soprannaturale non è più evocato, qui, dai grossolani mezzi cari al Greco: quella deformazione del corpo umano che non soltanto è un'offesa per la più bella creazione di Dio, ma è contraria al dogma, secondo il quale i corpi risusciteranno nello stato della loro più grande bellezza. I due supplicanti del "Romero" sono il reale, poiché è presumibile che quelle espressioni prestate loro dal pittore, le abbiano talvolta veramente avute strettamente tali come le vediamo nel quadro; e nel tempo stesso trascendono il reale. Sono umani quanto è possibile esserlo, e nello stesso tempo portano il riflesso del divino. (Henry de Montherlant)
  • Quando noi contempliamo un quadro del Greco viviamo non solo lo stato d'animo di un pittore, ché questo è quanto importa meno, ma quello di un intiero periodo storico. (Emilio Bodrero)
  • Quanto poco valgono ormai, per questo strano convertito, il pittoresco e il paganesimo cari alla magnifica Venezia! A Toledo s'ignora la bellezza amata, come l'ama l'Italia, in sé e per sé. Adesso la pittura del Nostro presenta le brusche alternanze impressionanti, un po' barbariche, di quell'anima spagnuola, tutt'intera riassunta dal prosaico Sancio e dal visionario don Chisciotte; ma il visionario vi domina. Il Greco allunga i corpi divini, li vede pari a fiamme che le tenebre sembrano ingrandire; e avvolge tutte le sue visioni di chiarità stellare.
  • Davanti all'anima castigliana – questo modello sublime che lo commuove − il Greco dimentica la sua bravura: si fa un occhio nuovo, una mano di fanciullino, una coscienza da primitivo. Come dice di primo acchito quel che gl'importa di dire! Mentre la tendenza generale è all'enfasi, ecco un pensiero assolutamente nudo.
  • Il Greco abbandona, respinge tutte le abilità teatrali apprese alla scuola dei veneziani; e questo, perché possiede un'anima profonda e attenta. Con magnifico sangue freddo elimina tutto quanto non è essenziale e si slancia di furia verso quello che è per lui l'assoluto.

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