Discussione:Modi di dire abruzzesi
- Ariemesene a la ches! Torniamocene a casa.
- Cala da 'ss arbiru ché ju ramu tretteca! Scendi da questo albero che il ramo si muove!
- Canda lu cazze mette l'eugne. Quando al cazzo cresce l'unghia. [Cioè mai.]
- Canda ma li zinghere è jt' a mmete. Quando mai gli zingari sono andati a mietere. È improbabile che uno sfaccendato si dia da fare.
- Canda panze ha viste ssa schine. (Scerni) Quante pance ha visto quella schiena. Riferito a donna disponibile con tutti. (Scerni)
- Canda Pasque vè di magge. (Scerni) Quando Pasqua vien di maggio. [Cioè mai.]
- Canda pisce la halline. [Cioè mai.]
- De la se' si sta de foo. La sera c'è caldo.
- Ddu' recchie bbone ne stracche de hanghe! Due orecchie buone ne sfiniscono di mascelle! Si dice di chi predica a chi "non ha orecchie per intendere".
- È 'n period' ch' la saccuta e' sgombra i' la cassarola piagn'.
- Lu uoue dice curnut' all'asine. (Scerni) Il bue dice cornuto all'asino.
- Rid, rid ca mamm ha fatt li gniucc! Rid, rid ca ti cresc li recchie.
- Sci'ccisa la zappa e chi te l'ha messa n'mano.
- Si na lena torte (Scerni) Sei un legno storto. Sei incorreggibile.
- Sa da i pegg e meij che va accuscì. Potrebbe andare peggio è meglio che vada così.
- Stè a mezz a na pezz' di casc'. Sta in mezzo ad una forma di cacio. È tranquilla, sicura, fortunata e protetta.
- Ti va schtrette lu 'mmaste. (Scerni) Ti va stretto il basto.
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