Dick Pound

avvocato canadese

Richard William Duncan Pound (1942 – vivente), avvocato canadese.

Dick Pound (2010)

Intervista di Emanuela Audisio, la Repubblica.it, 7 marzo 2005.

  • [«Signor Dick Pound, è informato sulla sentenza Juve?»] Sì. Ho seguito la vicenda sui giornali, all'estero ne parlano. Io vivo in Canada e sto aspettando alcune traduzioni degli atti del processo e della motivazione della sentenza. [«La sua impressione, come presidente della Wada, l'Agenzia mondiale antidoping?»] Che ci siano pochi innocenti. I calciatori sapevano, i dirigenti anche. Il calcio ha sottovalutato l'uso del doping o meglio lo ha nascosto.
  • [«E ora cosa dovrebbe succedere, signor Pound?»] La Juventus tutta dovrebbe essere punita. Quello che faceva non era a caso, il doping era deliberato e programmato. Giocatori ingenui e inconsapevoli? Ma chi ci crede? Non mi si venga a dire che è stata solo colpa di un medico impazzito. La Juve ha frodato e ha guadagnato su quella frode: in fama, soldi, pubblicità.
  • Blatter, presidente della Fifa, dice che i titoli vinti restano»] Blatter ha sempre chiuso gli occhi sull'inquinamento del calcio. Gli sembrava che gli altri sport fossero un po' sporchi, invece il suo molto pulito. Ma l'anno prossimo ai mondiali in Germania ci saranno controlli incrociati, sangue e urine, e questo è un bene. Anche perché gli sport di squadra spesso addossano la responsabilità a qualcun altro, mentre in quelli individuali è più difficile nascondersi dietro colpe altrui.
  • [«Il Cio però ha tolto medaglie, con effetto retroattivo, anche a campioni olimpici»] Possiamo andare indietro fino a otto anni. E lo facciamo. Dobbiamo cercare di dare un segnale: chi fa il furbo non la scampa. È brutto essere ingannati e poi sentirsi dire: dai, fa niente, è tutto passato. Intanto però sei salito sul podio, hai avuto successo, anzi l'hai rubato.
  • [«È stata la giustizia ordinaria [italiana] a processare la Juve»] Credo che sarebbe meglio se lo sport restasse allo sport. Se l'Agenzia mondiale Antidoping potesse in futuro, con criteri uniformi, occuparsi dei suoi casi e dare risposte uguali a casi uguali, senza che esistano troppe differenze. Altrimenti mi pare chiaro che ogni tribunale di paese giudicherà in una sua maniera e questo può aumentare la confusione.

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