Maffeo Pantaleoni

economista e politico italiano

Maffeo Pantaleoni (1857-1924), economista italiano.

Maffeo Pantaleoni

Citazioni di Maffeo Pantaleoni modifica

  • In politica internazionale non v'è per nessuno di noi altro punto di vista che il nostro.[1]
  • Qualunque imbecille può inventare e imporre tasse. L'abilità consiste nel ridurre le spese, dando nondimeno servizi efficienti, corrispondenti all'importo delle tasse.
  • [...] sono di avviso che, per evitare all'Italia una morìa, che non ha parallelo in quelle dovute ad epidemia, riduttrice della sua popolazione di circa 20 milioni, non vada escluso il ricorso ad alcun mezzo che domi il movimento socialista, anche se questo mezzo, – a quel modo come i ladri, gli incendiarii, i rapinatori, gli associati a delinquere chiamano guerra civile la guerra che fanno loro carabinieri, guardie regie e polizia investigatrice, – venisse dai socialisti battezzato del nome di guerra civile, e di dittatura militare, o di reazione borghese. Imperocché, a me, i nomi delle cose e degli atti non fanno né freddo né caldo. Bado al fine, bado allo scopo, e scelgo i mezzi adeguati e sufficienti.[2]

Del carattere delle divergenze d'opinione esistenti tra economisti modifica

Incipit modifica

Mi aspetto che mi chiediate a quale Scuola di economisti io appartenga. È codesta una domanda che è quasi di rito, appena ci si incontra con un economista. Infatti, è comodo assai poter mettere gli economisti in barattoli, come si fa dei medicinali nelle farmacie: qui il bromuro di potassio, lì il bicarbonato di soda; qui un economista ortodosso, lì un socialista, od uno storico, od un matematico, e che so io, quant'altro mai! Se la rubrica è data, non occorre più chiedere altre nuove, perchè tutto ne segue, come i corollarii discendono da un principio.

Citazioni modifica

  • Non vi ha osservazione più volgare, più banale, di questa, che ogni merce può essere decomposta in fattori, o elementi, di produzione. Non c'è bottegante che nol sappia. Ebbene, da questa proposizione si passa, senza hiatus, ma facendo parecchi chilometri di strada che non si svolge sempre in pianura, a quest'altra: la soddisfazione totale, di cui gode un individuo ha per fattori di produzione i suoi consumi. In altri termini: noi possiamo trattare una quantità psicologica, quale la soddisfazione totale goduta da un individuo, all'istesso modo come tratteremmo la produzione di un prodotto materiale qualsiasi, e per fare ciò non abbiamo che da prendere come coefficienti di fabbricazione i suoi consumi. (pp. 24-25)
  • Le qualità che ci rendono forti in un genere di lotta non sono che in parte le qualità necessarie per vincere in un altro genere, e spesso perfino sono una causa di debolezza. (pp. 47-48)

Della divisione del lavoro in attribuzioni maschili e femminili modifica

  • È un fatto comune al sorgere e al primo sviluppo di ogni grande corrente religiosa che la situazione della donna subisca una depressione.
  • Il cristianesimo, religione orientale, a misura che si diffuse, distrusse la situazione di uguaglianza nelle leggi e nei costumi, e di indipendenza di spirito e d'azione, che la donna aveva raggiunta nell'impero romano.
  • L'uguaglianza tra la donna e l'uomo scomparisce in ogni epoca in cui le esigenze belliche prendono il sopravvento.
  • Solo un certo nucleo di funzioni, che non è che parte della massa totale delle varie funzioni, è costante attribuzione dell'uno o dell'altro sesso. Intorno a questo nucleo sta un grande campo di cui i limiti subiscono continui spostamenti.
  • Ci sorprenderebbe dover riconoscere che possa esservi sul nostro globo un piccolo paradiso terrestre femminile in cui spetta alla sola donna il diritto di espellere il marito dal domicilio e quello di ritenersi tutti i beni della comunione; che possa essere obbligo del marito di cucire gli abiti della moglie; che altrove, anche in ciò che riguarda armi e attrezzi da caccia, sia consultata la donna, e via dicendo.
  • La Storia ci mostra che la inventività scientifica e tecnica, e la originalità di condotta, sono qualità proprie soltanto della mentalità maschile, fino al segno di essere addirittura ripugnanti a quella della donna. [...] Sennonché anche qui va osservato che la schiera degli iniziatori è piccola assai anche tra gli uomini, e che la vita delle masse, sieno esse maschili o femminili, è vita che scorre su via già tracciata nella roccia da pochissimi titani, e che poi è assestata e allargata dal peso delle masse che la percorrono.
  • Si è spesso insistito su di una notevole inferiorità economica della donna, che, cioè, essa non saprebbe mantenere se stessa. I cambiamenti della tecnica smentiscono quest'affermazione.
  • La ragione fondamentale per non concedere il voto politico, cioè l'elettorato attivo e passivo, alle donne, finché dura l'attuale ordinamento parlamentare, e non sarà mutato il carattere attuale dei problemi politici, e il metodo di dare loro una soluzione, è questa: che i diritti non creano le situazioni, ma, queste quelli.
  • L'istinto della maternità è forse il più forte fra tutti quelli che sono propri dell'umanità.
  • Molte donne non hanno famiglia. Continuando a operare le cause che attualmente le privano di una famiglia, un numero alquanto maggiore dell'attuale non avrà famiglia o potrà, volendo, non averla. Ciò non può che migliorare la situazione di quelle che una famiglia acconsentiranno a formare.

Note modifica

  1. Citato da Pietro Nenni nella Seduta pomeridiana del 31 ottobre 1949 della Camera dei Deputati.
  2. Da Bolscevismo italiano, Gius. Laterza & Figli, Bari, 1922, cap. I, p. 3.

Bibliografia modifica

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