Delitto di via Carlo Poma

caso di omicidio avvenuto a Roma nel 1990

Citazioni sul delitto di via Carlo Poma, assassinio di Simonetta Cesaroni avvenuto a Roma in via Carlo Poma il 7 agosto 1990.

Ingresso del condominio sito in via Carlo Poma, 2

Citazioni

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  • Per me è un delitto che [l'assassino] covava, perché dopo un raptus una persona non può mettersi lì a lavare il cadavere, i pavimenti, è una cosa che può far solo qualcheduno più calmo che ha organizzato il suo progetto criminale. (Giorgio Abraham)
  • Abbiamo a che fare con un soggetto che evidentemente si attendeva ben altra risposta da Simonetta. Io credo che tutta questa rabbia, perché è un omicidio di matrice espressiva e l'arma è utilizzata per colpire proprio le sedi che simboleggiano maggiormente la femminilità.
  • Sicuramente Simonetta conosceva il suo aggressore, su questo non posso nutrire alcun dubbio, e probabilmente nei confronti di questo aggressore aveva anche un certo timore, forse una reverenza insomma. Posso immaginare questo dalla cura con cui si era preparata il pomeriggio, ma non era il vestiario di una ragazza che va a incontrare il fidanzato, era proprio carina ma formale, precisa, è chiaro che voleva dare una buona opinione di sé ma probabilmente non sotto il profilo sessuale ma sotto il profilo dell'affidabilità professionale.
  • Con Raniero intanto aveva occasioni di incontro di altro genere in altri luoghi in maniera assolutamente pacifica e senza particolari problemi. Di sicuro non si sarebbe mai presa il rischio di invitare il fidanzato all'interno di un luogo di lavoro, perché non l'aveva mai fatto in precedenza e non vedo perché farlo quel giorno, col rischio di venire scoperta. Ricordiamo che l'AIAG era comunque ancora in attività, non era ancora il periodo di ferie e chiaramente Simonetta non poteva conoscere anche l'eventuale possibilità di imbattersi in qualche altro dipendente.
  • Non mi risulta che dopo l'omicidio di Simonetta e dopo la scomparsa di un mazzo di chiavi degli uffici dell'AIAG, sia mai stata cambiata la serratura di accesso all'ufficio. È un po' strano, io lo rilevo come dato piuttosto anomalo. Nel momento in cui si consuma un barbaro omicidio all'interno dell'ufficio, una giovane donna viene veramente uccisa in maniera terribile e comunque le chiavi di accesso all'ufficio, per altro frequentato anche da altre donne, un mazzo di queste chiavi sparisce nel nulla e non si provvede neanche a modificare la serratura? Mi sembra un passaggio un po' strano. Forse non c'era da temere per un ulteriore caso di questo genere?
  • La sera del delitto, intorno alle 8:30, dagli uffici dell'AIAG all'avvocato Caracciolo di Sarno, che era il proprietario dell'AIAG, erano arrivate due telefonate di un soggetto di sesso maschile che voleva parlare con l'avvocato, che però in quel momento sostiene di non essere reperibile. Perciò sicuramente c'era un soggetto di sesso maschile all'interno di quello stabile che conosceva il numero dell'avvocato, e anche qui non vedo perché Busco avrebbe mai dovuto chiamare l'avvocato Caracciolo di Sarno di cui non conosceva probabilmente neanche l'esistenza.
  • L'uccisione di Simonetta Cesaroni è il caso italiano di omicidio singolo più interessante, coinvolgente e intrigante nell'universo dei delitti irrisolti: è il giallo dei gialli, è il top dei delitti irrisolti: è il Number One della serie. Via Poma per il significato simbolico, eccezionale e di riferimento al celebre omicidio, celebre soltanto perché irrisolto.
  • [Sui possibili errori commessi nelle indagini] È difficile sceglierne uno fra i tanti. Nel libro ne elenco una trentina, di cui una decina si contendono il primato. Diciamo che (1) ostinarsi nel non darmi ragione che l'assassino abbia usato la mano sinistra per uccidere Simonetta, (2) ostinarsi nel non volere ammettere che il sangue sul telefono sia di gruppo A e quindi dell'assassino, (3) lasciare alla portata di tutti reperti importantissimi quali il computer della vittima, il tagliacarte arma del delitto, il reggiseno e il corpetto della vittima, dissequestrare l'appartamento “scena del delitto” solo sei giorni dopo l'omicidio, (4) permettere la sparizione di reperti di Simonetta quali la cartellina e le scarpe, sono tutti errori che gridano vendetta.
  • [Su chi sia l'assassino] Un soggetto territoriale di Via Poma, zona intesa come condominio e/o come l’ufficio dove lavorava Simonetta.

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