Crizia
politico, scrittore e filosofo ateniese, membro dei Trenta tiranni
Crizia di Atene (460 a.C. – 404/403 a.C.), filosofo e politico ateniese.
Citazioni di Crizia
modificaFrammenti di alcune opere
modificaElegie
modifica- Quella proposta che ti ricondusse,
io quella dissi al cospetto di tutti,
e poi codesto fatto feci scrivere.
Sigillo di mia lingua in questo giace.
Sisifo
modifica- Ci fu un tempo in cui la vita degli uomini non era governata da alcuna legge, e giaceva selvaggia e schiava della malvagità dell'animo, mentre nessun premio esisteva per i probi, né alcuna pena per gli empi. Mi sembra tuttavia che gli uomini abbiano inventato leggi adatte a creare degli obblighi, perché la giustizia esercitasse un ruolo da padrona ed avesse come sua schiava l'ingiustizia: si colpiva con una pena chi commetteva qualcosa di sbagliato, mentre le leggi impedivano che i delitti venissero perpetrati con la forza pubblicamente. Tuttavia gli uomini li commettevano di nascosto, allora un saggio dotato di straordinaria intelligenza – a mio avviso – finse per i mortali che esistessero gli dèi, perché negli empi si infondesse la paura, se solo avessero fatto, detto o finanche pensato qualcosa di nascosto. Così, il dio venne ritenuto un demone infiammato di vita immortale, intelligente, dotato di vista, dotato di pensiero, interessato in queste vicende e pervaso di una natura divina, che potesse ascoltare ogni parola pronunciata dai mortali ed osservarne ogni azione. In questo modo – penso – un uomo per primo convinse i mortali a credere all'esistenza del genere dei demoni. (frammento 25)
Conversazioni
modifica- Se Archiloco non avesse diffuso presso i Greci una tale fama di sé, noi non verremmo a sapere né che era figlio di una schiava, Enipò, né che, abbandonata Paro per povertà e difficoltà, si recò a Taso, né che, arrivatovi, entrò in conflitto con gli abitanti della zona né che sparlava allo stesso modo di amici e nemici. E poi non sapremmo che era adultero, se non lo sapessimo proprio da lui, e che fu lussurioso e prepotente, e ignoreremmo un fatto ancor più turpe, che gettò via lo scudo. Dunque Archiloco non fu buon testimone su di sé, poiché lasciò sul proprio conto una tale nomea ed una brutta fama. (frammento 44)
Note
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