Claudio G. Fava
critico cinematografico italiano (1929-2014)
Claudio Giorgio Fava, noto come Claudio G. Fava, (1929 – 2014), critico cinematografico, giornalista e scrittore italiano.
Citazioni di Claudio G. Fava
modifica- In via XX Settembre c’erano tutti i cinema di prima visione. Si faceva la coda per entrare e spesso, specie la domenica pomeriggio, se non arrivavi in anticipo, rischiavi di rimanere fuori. Si andava tutti vestiti eleganti: gli uomini in giacca e cravatta, le donne con abiti lunghi, guanti e cappellino. È proprio cambiato tutto.[1]
- La Rai in questo momento sembra diventata una televisione di affamati, nel senso che a ogni ora esce una trasmissione sul mangiare.[2]
Citazioni su Claudio G. Fava
modifica- Avrebbe potuto essere anche un critico letterario, Claudio G. Fava, e basterebbero le pagine sull'anti-melvilliano per antonomasia (nel collettivo Simenon, l'uomo nudo, L'ancora del Mediterraneo 2004), quando scrive di avere amato il personaggio di Maigret proprio perché «privo di illusioni ma consapevole dei suoi diritti e dei suoi doveri, rispettoso della legge e dell'ordine, temerato e intemerato». Questo, neanche a dirlo, era il suo autoritratto. (Massimo Raffaeli)
- Si presentava con i suoi occhiali spessi, l'impeccabile cravatta o l'inconfondibile papillon, la voce "cantante" dall'inflessione ligure (che si divertiva a stravolgere camaleonticamente nell'imitazione di molti altri dialetti e altre lingue), e "porgeva" il racconto dei film che amava, mescolando Storia e storie, temi e linguaggio con l'abilità del grande divulgatore. Era leggermente snob, coltissimo e dalla battuta prontissima, ma soprattutto possedeva la capacità rara ed enorme di saper trasmettere la passione per il cinema e, in generale, per la cultura. (Emanuela Martini)
Note
modifica- ↑ Da un articolo poi incluso in Claudio G. Fava, Il mio cinema; citato in Claudio G. Fava, una vita con il ‘pallino’ del cinema, lavocedigenova.it, 8 ottobre 2019.
- ↑ Dall'intervista di Chiara Rolandi e Emanuele Piccardo, disponibile su video, archphoto.it, 2002.
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