Cinématographe

macchina da presa, che serviva anche come proiettore cinematografico

Citazioni sul Cinématographe.

  • Il cinematografo ci offre la danza di un oggetto che si divide e si ricompone senza intervento umano. Ci offre anche lo slancio a ritroso di un nuotatore i cui piedi escono dal mare e rimbalzano violentemente sul trampolino. Ci offre infine la corsa d'un uomo a 200 chilometri all'ora. Sono altrettanti movimenti della materia, fuor dalle leggi dell'intelligenza, e quindi di una essenza più significativa. (Filippo Tommaso Marinetti)
  • [Parlando della prima proiezione per un pubblico pagante del Cinematografo Lumière, 28 dicembre 1895] Io e gli altri invitati ci siamo trovati in presenza di un piccolo schermo simile a quello usato per le proiezioni Molteni, sul quale, dopo qualche secondo, apparve una fotografia fissa della piazza Bellecour di Lione. Un po' sorpreso, non ebbi neanche il tempo di dire al mio vicino "Ci hanno invitato per mostrarci questo? Io lo faccio da 10 anni..." che, senza neanche finire la frase, un cavallo al traino di una carrozza cominciò a venire verso di noi, seguito da altre vetture, poi dai passanti – insomma, l'intera strada si era animata. Guardavamo a bocca aperta, ammutoliti, così stupiti da non poterlo descrivere a parole. (Georges Méliès)
  • La fotografia ha smesso di essere immobile. Perpetua l'immagine del movimento. La bellezza di questa invenzione risiede nella novità e nell'ingegnosità del dispositivo. Quando simili macchine saranno a disposizione di tutti, quando tutti potranno fotografare i propri cari senza più ridurli all'immobilità, ma ritraendoli nei loro movimenti, nelle loro azioni, nei loro gesti familiari, con la parola sulle labbra, allora la morte cesserà di essere assoluta.
Illustrazione del 1897
La photographie a cessé de fixer l’immobilité. Elle perpétue l’image du mouvement. La beauté de l’invention réside dans la nouveauté et l’ingéniosité de l’appareil. Lorsque ces appareils seront livrés au public, lorsque tous pourront photographier les êtres qui leur sont chers, non plus dans la leur forme immobile, mais dans leur mouvement, dans leur action, dans leurs gestes familiers, avec la parole au bout des lèvres, la mort cessera d’être absolue. (La Poste, 30 dicembre 1895[1])
  • Questo apparecchio, inventato dai signori Auguste e Louis Lumière, permette di registrare, in scenette improvvisate, tutti i movimenti che in un tempo dato sono accaduti davanti all'obiettivo e di riprodurre poi questi movimenti proiettando la loro immagine su uno schermo, a grandezza naturale, davanti a una sala intera.[2]
Cet appareil, inventé par MM. Auguste et Louis Lumière, permet de recueillir, par des séries d'épreuves instantanées, tous les mouvements qui, pendant un temps donné, se sont succédé devant l'objectif, et de reproduire ensuite ces mouvements en projetant, grandeur naturelle, devant une salle entière, leurs images sur un écran. (dal programma di sala della prima proiezione per pubblico pagante, 28 dicembre 1895, Salon Indien, Gran Café, Parigi[3])
  • Se è stato Louis Lumière ad aver inventato un eccellente dispositivo per animare le fotografie chiamato Cinematografo, è Georges Méliès ad aver creato il cinema, termine con il quale non si intende solo l'abbreviazione per il brevetto, ma anche un nuovo tipo di spettacolo, del tutto basato sulla messa in scena. (George Sadoul)
  • Una nuova invenzione, di certo una delle più curiose della nostra epoca, così florida, è stata mostrata ieri sera in Boulevard des Capucines 14 [...]. Si tratta di scene vissute fotografate istante per istante e riprodotte tramite proiezione. Qualunque sia la scena ripresa [...] la si vede a grandezza naturale [...] con l'illusione di assistere alla vita reale [...]. Al nuovo dispositivo è stato dato un nome un po' spiacevole: "cinematografo".
Une nouvelle invention, qui est certainement une des choses les plus curieuses de notre époque, cependant si fertile, a été produite hier soir, 14 boulevard des Capucines. [...] Il s’agit de la reproduction, par projection, de scènes vécues et photographiées par des séries d’épreuves instantannées. Quelle que soit la scène ainsi prise [...] vous la revoyez, en grandeur naturelle, [...] avec toute l’illusion de la vie réelle [...]. Au nouvel appareil on a donné le nom un peu rébarbatif de “cinématographe”. (Le cinématographe – Une merveille photographique, Le Radical, 31 dicembre 1895[4])
  • Voi sapete che cos'è il cinematografo? La riproduzione fotografica dell'attimo fuggente, a centinaia e migliaia di operazioni susseguentisi. Abbracciate un caro amico? Ebbene, ottocento fotografie istantanee raccolgono ordinatamente le varie gradazioni del vostro abbraccio. Poi una macchina mette in movimento vertiginoso le numerose fotografie, una serie continua di scintille le illumina, un riflettore elettrico le sbatte contro una tela, una lente di ingrandimento porta alle proporzioni quasi naturali quelle minime della fotografia... e voi date spettacolo al colto pubblico e all'inclita guarnigione dell'intensità del vostro affetto.[5]

Note modifica

  1. Citato in Knud Böhle, Jochen Berendes, Mathias Gutmann, Caroline Robertson-von Trotha, Constanze Scherz, Computertechnik und Sterbekultur, LIT Verlag Münster, 2014, p. 67.
  2. Traduzione da Michele Canosa, Corto-lungo metraggio, in Aldo Bernardini, con la collaborazione di Adriano Aprà (a cura di), Storia del cinema italiano, vol. II (18951911), Venezia-Roma, Marsilio Ed. Bianco & Nero, 2018, p. 465.
  3. Citato in Michele Canosa, Corto-lungo metraggio, in Aldo Bernardini, con la collaborazione di Adriano Aprà (a cura di), Storia del cinema italiano, vol. II (18951911), Venezia-Roma, Marsilio Ed. Bianco & Nero, 2018, p. 454.
  4. Citato in Les premières séances du Cinématographe à Paris début 1896, La Belle Equipe, 30 dicembre 2015.
  5. Edipi, Cinematografia, «Fiammetta», Firenze-Roma, 4 ottobre 1896, 1, 23, pp. 2-3; citato in Luca Giuliani, Manlio Piva, I percorsi della tecnica: pratiche, operatori, macchine in (a cura di) Silvio Alovisio, Giulia Carluccio, Introduzione al cinema muto italiano, UTET, Torino, 2014, pp. 209-210. ISBN 9788860083524

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