Cesare Musatti

psicologo, filosofo e psicoanalista italiano (1897-1989)

Cesare Musatti (1897 – 1989), psicologo e psicoanalista italiano.

Citazioni di Cesare Musatti

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  • [Sull'alpinismo] La montagna è uno sport che presuppone la costante incombenza del rischio e della morte.[1]

Dall'intervista di Roberto Gervaso

In La mosca al naso, Rizzoli, Milano, 1980.

  • La controfigura dell'analista, su cui avviene il transfert, è basilare per far emergere gli elementi profondi della vita psichica. (p. 79)
  • L'analista dev'essere presente al malato, ma non troppo. (p. 80)
  • Dai sogni si ricavano molte cose. Ma dobbiamo anche ammettere che sono soltanto frammenti della nostra attività psichica notturna. (pp. 82-83)
  • C'è una predisposizione costituzionale a tutto, quindi anche alla nevrosi. (p. 83)
  • Le tossicomanie sono forme sostitutive di altre più normali soddisfazioni. (p. 84)

Questa notte ho fatto un sogno

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  • Ma un uomo... insomma è un uomo. E se sua moglie gli dice "questo non lo puoi fare, perché non hai i soldi", magari va a rubare, ma i soldi ― al fine di non passare per un essere inetto, del tutto fallito ― in qualche modo li trova. Luciano Luttrig, detto il solista del mitra, condannato a due ergastoli, uno in Francia ed uno in Italia, e poi graziato da entrambi i presidenti delle due Repubbliche, raccontandomi un giorno la sua storia, mi disse che era divenuto un rapinatore proprio così. Perché la sua ragazza gli aveva detto che lui non aveva i quattrini per comprarle non so che cosa. (cap. 13, p. 96)
  • Il paese di Brinzio era allora assai più originale e interessante, con un suo aspetto di primitività, di quanto non lo sia stato in seguito. Perché i muri delle case erano ancora tutti in nuda pietra, e le case erano attaccate l'una all'altra, con cortili e vicoletti interni, [...] ma scarse aperture all'esterno: e il tutto appoggiato nella parte retrostante, alla montagna e ad un ruscello: con un ponticello primitivo, quasi arcaico, che sembrava essere fatto per essere usato a difesa. A difesa da chi?... Ma... dai briganti, dai giannizzeri rapaci di un tempo. Noi lo battezzammo subito "ponte dei tedeschi", pensando alla guerra partigiana che fu combattuta aspramente in quelle valli e quei monti. Non esistevano quasi nel paese antenne della Tv; ed io feci perfino la fantasia di far girare sul luogo da un amico regista un film in costume collocato in un remoto passato. (cap. 13, pp. 97-98)
  • La casa di Brinzio [...] non è mia. È intestata ai miei figli. Ma nel comune di Brinzio, ho ancora un mio possedimento. Sono proprietario di due metri quadrati, dalla parte del lago, un po' nascosti. (cap. 13, p. 99)
  1. Citato in Marco Pastonesi e Giorgio Terruzzi, Palla lunga e pedalare, Dalai Editore, 1992, p. 44. ISBN 88-8598-826-2

Bibliografia

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  • Cesare Musatti, Questa notte ho fatto un sogno, Biblioteca Sormani, Milano, 2019.

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