Casa d'arte futurista Depero

museo italiano

Citazioni sulla Casa d'arte futurista Depero.

  • A proposito di Depero il discorso si arricchisce poi di altre valenze: e sono quelle legate all'utilizzo che egli fa, nella sua Casa d'arte roveretana, di tematiche, iconografie, cadenze e modi formali provenienti dal folclore trentino. L'uso di repertori locali, in quanto singolarità etniche, era stato teorizzato già da Modernismo, cioè dalla serie di atteggiamenti di tipo Art Nouveau; si trattava della volontà di mantenere caratterizzata e differenziata una produzione che l'aspetto internazionale dell'ideologia ad essa sottesa rischiava di rendere uniforme, e di salvare in questo modo scuole, laboratori, tradizioni locali contro un'ipotesi di standardizzazione totale – che avrebbe oltre tutto spazzato via dal mercato appunto i prodotti delle piccole imprese. (Rossana Bossaglia)
  • Attiva con alterne vicende per oltre vent'anni la Casa d'Arte Futurista Depero inizia la sua attività nell'autunno del 1919 a Rovereto, in un piccolo locale di via Vicenza. La notizia relativa all'apertura era stata data alla stampa dallo stesso Depero. Il 5 giugno infatti, nel n. 12 di «Cronache d'Attualità» si legge: "Il pittore Depero sta per fondare un grande stabilimento per mobili e oggetti d'arte decorativa nel Trentino". Il progetto della Casa d'Arte ha però origini più lontane e può essere agevolmente fatto risalire ancora all'estate del 1917. Fu proprio in quell'anno che Depero, nel clima incantato di Capri, vicino all'amico Gilbert Clavel, iniziò a sperimentare i primi quadri di stoffa "cuciti". (Gabriella Belli)
  • L'attenzione di Depero per una rivisitazione globale del fare artistico-artigianale, che interessava soprattutto il settore dei manufatti realizzati nella Casa d'arte roveretana si colora proprio in quegli anni di un portato ideologico che, di fatto, trasferisce il contenuto del quadro e, più in generale delle sue opere, dal contesto del mito a quello del folclore. [...] Dunque, non è un caso che Depero fosse nato austriaco e che la sua formazione scolastica fosse orientata in senso tecnico-artigianale dall'insegnamento presso la Scuola Elisabettiana di Rovereto, scuola sorta nel panorama di un progetto didattico delle scienze e delle arti applicate, diffuso in tutto l'Impero. (Rossana Bossaglia)
  • Sappiamo del resto dallo stesso Depero che nell'autunno del 1919, rientrato definitivamente a Rovereto, aveva ottenuto da Umberto Notari l'incarico di eseguire due grandi arazzi in panno colorato per decorare le pareti della sala da fumo della sua villa a Monza. Venivano così realizzati Cavalcata fantastica e Il corteo della Gran Bambola, due arazzi di grandissime dimensioni cuciti in pochi mesi, straordinario atto di nascita della Casa d'Arte Futurista Depero. Nell'agosto del 1920, grazie anche alle prospettive aperte da queste prime importanti commissioni, la Casa d'Arte viene trasferita nei grandi saloni di casa Keppel in via 2 Novembre a Rovereto e in questo nuovo spazio si assiste allo sviluppo e all'incremento massimo del suo programma di produzione. In questi ampi locali Depero si prepara per l'esposizione del 1921, ma anche per quelle ben più importanti del 1923 a Monza e del 1925 a Parigi. Da qui escono anche i progetti esecutivi del primo allestimento d'interni a lui affidato, quello del Cabaret del Diavolo a Roma (1921-1922). (Gabriella Belli)
Casa d'arte futurista Depero

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