Camilla Salvago Raggi

poetessa, scrittrice e traduttrice italiana (1924-2022)

Camilla Salvago Raggi (1924 – 2022), poetessa, scrittrice, traduttrice e nobile italiana.

La lunga vita della marchesa che ama il rock e Virginia Woolf

Intervista di Stefano Priarone, lastampa.it, 26 agosto 2021.

  • Madonna non mi ha mai detto molto, preferisco Bruce Springsteen, il Boss.
  • Non sono tifosa di calcio, ma ho seguito gli Europei, con la vittoria dell'Italia. Le partite della Nazionale le ho sempre seguite, sin dal campionato del mondo del 1934. A dieci anni ero andata con mio padre a Marassi a vedere Brasile-Spagna. Ho annotato tutto sul mio diario, una piccola cronaca delle partite.
  • La scorsa primavera sono stata a lungo in ospedale per la rottura del femore. Una noia allucinante: Pavese diceva che lavorare stanca ma io aggiungo che anche riposare stanca... Sono tornata a camminare da sola, tecnicamente sarei "non deambulante" ma per fortuna le mie gambe non lo sanno. 
  • Avevo una istitutrice inglese, ho sempre amato molto la lingua e iniziato presto a scrivere poesie e racconti in inglese. Ero abbonata alla rivista Girls on Paper› e avevo partecipato a un suo concorso di poesie. La mia Somewhere in France (con un militare che in guerra pensa all'amata) aveva vinto il concorso. Purtroppo la lettera che mi comunicava la vittoria è arrivata il 10 giugno 1940, il giorno dell'entrata in guerra dell'Italia. E quindi non è uscita né è stata messa in musica come promesso ai componimenti premiati. Ma lo considero il mio primo successo letterario. Guardi, ho ancora i quadernoni rilegati con i miei racconti in inglese. Short Stories, li chiamavo, forse mi davo troppa importanza... 
  • [Sulle sue influenze letterarie] In primis Virginia Woolf e Katherine Mansfield. La seconda non è molto nota in Italia, ed è un peccato, era bravissima, ho letto tutto di lei. Nella casa-museo di Virginia Woolf c'è '’edizione italiana di Lettera a un giovane poeta tradotta da me. Mi ha fatto molto piacere. Ho tradotto anche Oscar Wilde, Joseph Conrad e David Herbert Lawrence.

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