Camilla (Eneide)

personaggio dell'Eneide di Virgilio

Camilla, personaggio dell'Eneide.

Busto di Camilla

Citazioni di Camilla modifica

  • Turno, se degnamente uom forte ardisce, | io mi rincoro, e ti prometto io sola | di gire ai cavalier toscani incontro. | Lascia me col mio stuolo assalir prima | la troiana oste, e che primiera io tragga | di questa pugna e de' suoi rischi un saggio. | E tu qui co' pedoni a piè rimanti | a guardia de la terra. (Publio Virgilio Marone, Eneide)

Citazioni su Camilla modifica

Publio Virgilio Marone, Eneide modifica

  • L'ultima a la rassegna vien Camilla | ch'era di volsca gente una donzella, | non di conocchia o di ricami esperta, | ma d'armi e di cavalli, e benché virgo, | di cavalieri e di caterve armate | gran condottiera, e ne le guerre avvezza. | Era fiera in battaglia, e lieve al corso | tanto, che, quasi un vento sopra l'erba | correndo, non avrebbe anco de' fiori | tocco né de l'ariste il sommo a pena; | non avrebbe per l'onde e per gli flutti | del gonfio mar, non che le piante immerse, | ma né pur tinte. Per veder costei | uscian de' tetti, empiean le strade e i campi | le genti tutte; e i giovini e le donne | stavan con meraviglia e con diletto | mirando e vagheggiando quale andava, | e qual sembrava; come regiamente | d'ostro ornato avea 'l tergo, e 'l capo d'oro; | e con che disprezzata leggiadria | portava un pastoral nodoso mirto | con picciol ferro in punta; e con che grazia | se ne gía d'arco e di faretra armata. (libro VII)
  • Avrem Camilla, | la gran volsca virago, che n'addusse | di cavalieri e di caterve armato | sì bella gente. (Turno: libro XI)
  • Gli si fa co' suoi volsci cavalieri | la vergine Camilla; e sì com'era | non men gentil che valorosa e bella. (libro XI)
  • O de l'Italia, [...] | ornamento e sostegno, e di che lode, | e di che premio al tuo gran merto uguale | ristorar ti poss'io? Ma (poiché cosa | non è che la pareggi) abbi, famosa | guerriera, in grado ch'io con te comparta | questa fatica. (libro XI)
  • Vedi a che perigliosa e mortal guerra | a morir se ne va la mia Camilla, | ne le nostr'armi ammaestrata invano. | E pur m'è cara, e sovr'ogni altra io l'amo. | Né questo è nuovo o repentino amore. | Fin da le fasce è mia. Mètabo, il padre | di lei, fu per invidia e per soverchia | potenza da Priverno, antica terra, | da' suoi stessi cacciato; e da l'insulto, | che gli fece il suo popolo, fuggendo, | nel suo misero essiglio ebbe in compagna | questa sola bambina, che mutato | di Casmilla sua madre il nome in parte, | fu Camilla nomata. (Diana: libro XI)
  • In mezzo a tanta occisïone, ignuda | da l'un de' lati infurïando essulta | la vergine Camilla; ed or di dardo | fulminando, or di lancia, or di secure | non mai stanca percuote. E qual Dïana | di sonora faretra e d'arco aurato | gli omeri onusta, ancor che si ritragga, | saettando, ferite e morti avventa. (libro XI)

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