Caffarelli

cantante lirico castrato italiano

Caffarelli o Caffariello, pseudonimo di Gaetano Majorano (1710 – 1783), cantante lirico castrato italiano.

Caffarelli in una caricatura d'epoca

Citazioni su Caffarelli

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  • Tutti temevano di non veder venire Caffarelli, quando egli arrivò. Era di buon umore, e contro ad ogni attesa, appena arrivato acconsentì a cantare. Presentemente ha parecchie note deboli nella voce, ma nella sua esecuzione son sempre tratti abbastanza accentuati per convincere quelli che lo sentono qual meraviglioso artista egli sia. S'accompagna da sé e canta col solo clavicembalo: le sue principali caratteristiche sono la grazia e l'espressione in tutto ciò che esegue. (Charles Burney)
  • Dato il fatto per vero, [la necessità di una colletta per pagare i funerali di Nicola Porpora] è gran vergogna per la memoria di Farinelli e Caffarelli, i quali notando nelle ricchezze, lasciavan languire, il vecchio loro maestro negli orrori di un'estrema povertà.
  • Gaetano Majorano detto Caffarelli morì nel suo feudo di Santo Dorato [...], colla riputazione di uno dei cantanti più sorprendenti d'Italia. La bellezza della sua voce in allora non poteva essere paragonata ad alcuna altra, tanto per l'estensione che per la forza dei suoni. Egli era valente egualmente nel canto largo che nei passaggi di gran difficoltà, ed eseguiva con una prodigiosa perfezione quasi inarrivabile il trillo e le scale cromatiche, le quali pretesero alcuni che fosse stato il primo che le avesse introdotte nell'arte del canto, e particolarmente nei movimenti rapidi.
  • La Delfina di Francia Principessa di Sassonia che amava molto la musica, desiderosa di sentire questo vero portento, che come tale tutti lo decantavano, lo fece venire a Parigi nel 1750. Ivi arrivato, cantò prima alla corte e dopo in molti concerti particolari, e quantunque contasse 47 anni, pure ebbe successo non meno entusiastico di quel che aveva altrove ottenuto. Luigi XV incaricò uno dei suoi ciambellani di regalarlo di qualche giojello. Il gentiluomo stimò conveniente inviargli per mezzo del suo segretario una superba tabacchiera d'oro da parte del Re: "E che, disse Caffarelli, in vedendola, il Re di Francia manda a me questa scatola?... Guardate (ed aprì il suo armadio), ecco trenta tabacchiere, la menoma delle quali vale assi di più di quella che venite a presentarmi." E restituendola, continuò a dire: "La riceverei volentieri, se almeno fosse adorna del ritratto del Re." – "Signore," alla sua volta prese a dire freddamente il segretario, "il Re di Francia non usa di far regalo del suo ritratto che solo agli ambasciatori[1]." Arditamente risposegli il Caffarelli: "Ebbene, che il Re li faccia cantare codesti signori: tutti gli ambasciatori del mondo riusciranno mai a fare un Caffarelli?"
  • Sonava benissimo il gravicembalo, leggeva qualunque musica a prima vista, e sovente altresì improvvisavane con buon successo. Sicché fu generale opinione che nella prima metà del secolo XVIII non vi furono che Farinelli e Gizziello che potessero stargli al paragone, quantunque il Farinelli pel complesso de' pregi che riuniva a preferenza de' suoi emuli, si fosse poi a più alta sfera elevato; ma però, più modesti, quelli seppero farsi perdonare la superiorità tra i loro rivali, mentre che Caffarelli, spesso indispettiva e sollevava contro di lui e pubblico ed artisti a causa del suo smodato orgoglio. Ne aveva a tal grado, che in mezzo alle sue fortune, si udiva spesse volte a dolersi che i posteri non avrebbero mai potuto comprendere quanto egli fosse stato grande e portentoso nell'arte del cantare.
  1. Qui dobbiamo notare che questo segretario ignorava od aveva dimenticato che lo stesso Luigi XV sedici anni prima, nel 1736, avea fatto dono al Farinelli del suo ritratto ricco di brillanti e di 500 luigi d'oro, siccome nella biografia di lui si riporterà. [N.d.A.]

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