Bernard Gavoty (1908 - 1981), organista, musicologo e critico musicale francese.

In Historia, anno III, settembre 1958, n. 22 modifica

  • La leggenda che ci mostra un Bach che lavora tranquillo, come un onesto operaio della musica, e senz'altro pensiero che quello di mettere per bene in ordine delle cadenze armoniche, merita d'andare a raggiungere quella che canzonavo più sopra riguardante gli artisti romantici. Bach era tutto l'opposto di un uomo calmo. Le sue biografie ce lo mostrano di temperamento vivacissimo, ardente e pronto alla commozione.
    Senza ciò, come avrebbe potuto edificare, pietra su pietra, un'opera che è la vita stessa? La vita stessa, espressa in ciò che può dare di meglio e di più alto: la gioia, la forza, sentimenti dinamici che spazzano via come un colpo di vento fresco tutte le nostre piccole nevrastenie religiosamente covate. (p. 35)
  • Le più belle parole che ho inteso dire sui corali di Bach, le raccolsi una sera dalle labbra del mio maestro Luigi Vierne, l'organista cieco di Nôtre-Dame di Parigi. Ero da lui, nel suo piccolo appartamento della Rue Saint-Ferdinand-des-Ternes. Gli avevo suonato un corale di Bach. Si spense l'ultimo accordo. Vierne rimase un istante silenzioso, poi udii la sua voce nell'ombra: – Dovremmo vergognarci di piangere sui nostri casi quando questa musica ci invita a pregare per tutti...
    Bach avrebbe sognato una più alta interpretazione del suo messaggio? (p. 39)
  • Bach non è sentimentale e, tuttavia, abbraccia e traduce tutti i nostri sentimenti. Nulla gli è capitato, eppure ha tutto conosciuto, tutto compreso. È intimo senza forzare la nostra intimità. Nessuno meglio di lui ha espresso la gioia che è la grande molla dell'umanità. (p. 39)

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Bibliografia modifica

  • Bernard Gavoty, Cantò per tutti i tempi, in Historia, anno III, settembre 1958, n. 22, Cino Del Duca Editore, pp. 35-39.