Bebe Vio

schermitrice italiana
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Beatrice Maria Vio, detta Bebe (1997 – vivente), conduttrice televisiva italiana e schermitrice, specializzata nel fioretto individuale paralimpico.

Bebe Vio (2014)

Citazioni di Bebe Vio modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • Ho sempre saputo che avrei potuto ricominciare a fare scherma. Quando l'ho chiesto ai medici mi hanno, diciamo, sputato in un occhio. Quando l'ho chiesto a quelli delle protesi, si sono messi a ridere. Però io fin da subito ho capito che sarei riuscita a ritornare.[1]
  • Attraverso lo sport riusciamo a far capire che una cosa vista come un difetto, come un'amputazione o una disabilità, diventa una cosa di cui noi andiamo fieri.[2]
  • Il problema di alcune famiglie è che i genitori tendono a separarsi quando si vive un momento così difficile, mentre la mia famiglia è una bella squadra perché quando io sono stata male invece di separarsi e litigare, si sono uniti di più e ora il nostro scopo è aiutare tutte le altre famiglie che si trovano in una situazione simile.[2]
  • Se avessi fatto il vaccino non avrei avuto la malattia. Io adesso dico che è tutto bello, però so cosa si passa. Io ho avuto la fortuna di esserci, però il 97% delle persone di meningite muore. Di quel 3% che ci sono, molti sono depressi o chiusi in casa. Io sono la minima, minima parte di chi è riuscito a reagire.[3]
  • Non nascondo le mie protesi perché fanno parte di me, vado fiera delle mie protesi e delle mie cicatrici, anche se capisco che non tutti le vivono così. Per me sono un aggettivo positivo. Non è vanità, è che quando ti piaci sei in pace con te stesso e stai bene. Sarei contenta se questo mio modo di essere aiutasse chi non si piace ad apprezzarsi.[4]

#nullapuòfermarci basta fare... un fioretto

Intervista di Claudio Arrigoni, SportWeek nº 14 (931), 6 aprile 2019, pp. 104-108.

  • [«La prima volta in pedana?»] È stata stupenda. Mi hanno messo un fioretto di plastica in mano e calato una mascherona che mi stava due volte. Ma l'amore vero è scoppiato alla prima gara. Avevo 6 anni e non volevano farmi gareggiare perché troppo piccola (l'età minima era 7 anni). Allora Gastone, il mio primo allenatore, prese una matita e sul tabellone ufficiale, sotto la categoria "Pulcini anni '95-96", aggiunse "Bebe Vio, Ovetti anni '97".
  • In situazioni difficili o di emergenza uno sportivo reagisce in modo diverso, certamente migliore. È tre passi avanti!
  • Ho avuto la fortuna di accettare la mia nuova condizione e farne anzi un punto di forza. Mi piaccio come sono, protesi e cicatrici comprese. Quando piaci a te stessa piaci anche agli altri.
  • [«Che cosa provi a essere un esempio per così tanta gente?»] Mi piace, mi rende orgogliosa e soprattutto mi è servito fin da quando ero molto giovane, perché mi "obbligava" a comportarmi bene e non fare sciocchezze.

«Sono una ragazza fortunata»

Intervista di Silvia Guerriero, SportWeek nº 41 (958), 12 ottobre 2019, pp. 22-35.

  • È la fortuna di non avere i piedi, non arrivo a sera che mi fanno male.
  • [...] le protesi che usiamo per fare sport, tutte di alto livello tecnologico, sono costosissime. Per fortuna abbiamo degli sponsor [...] che ci aiutano: chi coi soldi, chi coi materiali. Il fatto è che quando si parla di Paralimpiadi tutti vedono solo Zanardi e Vio, perché abbiamo avuto la fortuna di far conoscere le nostre storie. Ma come le nostre ce ne sono tante altre, anche di più belle.
  • La vera differenza tra un atleta olimpico e uno paralimpico è che il primo la sua (bella) storia se la crea attraverso lo sport, il secondo prima di arrivare allo sport è partito da meno 100 perché ha dovuto lottare solo per arrivare in campo o in pista, ha una doppia storia.
  • Sono l'esempio che niente è impossibile: avevo 11 anni e mi mancava tutto, la scherma paralimpica non se la filava nessuno, soldi non ce n'erano... però ho rotto le palle a tutti, dicevo "posso farcela, crediamo in me". Non è un discorso legato solo alla disabilità: basta avere un bel progetto e crederci. E se tu credi in te stesso le altre persone cominceranno a credere in te. [...] Ho capito che — per non so quale motivo — la gente mi ascolta, quindi sto cercando di dire, anzi di urlare robe tipo "vecchio, svegliati e datti da fare", poi qualcuno ti aiuterà. [«Perché secondo te piaci a tutti?»] Boh... forse perché dico quello che penso, anche se non sempre piace quello che dico.
  • [«A 11 anni hai avuto la meningite fulminante: se ci pensi adesso?»] Penso che ho avuto un gran culo! Calcola che nelle prime due settimane in cui ero in ospedale a Padova sono morti 5 ragazzini nella stanza accanto alla mia. La mia malattia ammazza il 97% delle persone subito e gli altri, se sopravvivono, o contraggono infezioni dopo o sono depressi tutta la vita. Quindi se sei in quel 3% dei fortunati svegliati e goditela per tutti gli altri che non ce l'hanno fatta. Io ho avuto la fortuna di aver trovato un infermiere che ha beccato immediatamente la mia malattia, un medico che se non avesse fatto subito le amputazioni sarei morta, una fisioterapista, che era la nostra vicina di casa al mare, che ha visto muoversi un pochino le gambe, altrimenti me le avrebbero amputate alte e adesso non camminerei così bene...
  • [«Ti sei mai chiesta: "Perché a me?"»] Certo! Diciamolo: ero una bella bambina, facevo la scout, volontariato, ero nel gruppo del consiglio comunale dei ragazzi, facevo sport... perché a me, che avevo ancora tutta la vita davanti, e non a uno di quegli stronzi che stuprano i ragazzini?! All'inizio te lo chiedi, i genitori si chiedono che cosa hanno sbagliato. Puoi andare avanti a domandartelo tutta la vita ma è inutile. Ci sono due tipi di persone con disabilità, come tutti: i depressi e i super felici. Gli scemi sono i super felici perché ci credono veramente. I depressi vedono le cose come stanno. Invece bisogna essere ottimisti e realisti. E non farsi domande.
  • A 5 anni facevo pallavolo ma mi annoiavo, così un giorno sono scappata dalla palestra e per sbaglio mi sono ritrovata in quella dove facevano scherma. Mi sono seduta a guardare e quando il maestro ha chiesto di chi era il turno mi sono alzata e ho detto "il mio!", non sapendo neanche di cosa. Mi ha fatto provare ed è stato subito amore. Ho rotto le palle ai miei finché non mi ci hanno riportata.
  • [«A livello caratteriale la malattia ti ha cambiata?»] No, mia mamma mi ha detto che ha capito che ero ancora io nel momento in cui sono tornata a casa e dopo poco tempo, con tutte le ferite ancora aperte, ho iniziato a fare a botte con i miei fratelli sul divano per il telecomando. Era così felice che si è seduta e goduta la rissa senza fermarci: io sanguinavo e loro mi menavano lo stesso, non gliene fregava niente perché mi vedevano come prima.
  • Mi lavo, mi trucco, faccio tutto quanto da sola. Anzi: sono io che trucco le mie conquiline, sono molto più brava di loro. Ce n'è una [...] che mi chiede una mano per fare ogni cosa, spesso anche per allacciarle una scarpa. È imbarazzante, quando siamo in giro e devo sempre aiutarla. Ogni tanto le dico: "Zia, ma ti ricordi chi è l'handicappata delle due?!".

Citazioni su Bebe Vio modifica

  • Bebe Vio è una dea. Viene da un punto lontanissimo dello spazio e del tempo, viene dall'eternità, dal mito. Come Teti che cavalca le onde dell'oceano, Artemide con l'arco e le frecce, Persefone, Atena. Corpo di carne e acciaio, potenza e intelligenza, bellezza e muscoli guizzanti. È la dea dell'impossibile che diventa possibile e brandisce un fioretto. Basta guardarla per capire che non ha niente da spartire con questo nostro tempo lagnoso e suscettibile ed è del tutto immune dalla osannata estetica della fragilità. Non ci tiene a dividere con noi la delusione, la rabbia per l'innegabile accanimento del destino su di lei. Piuttosto Bebe Vio ci regala favolosità. (Elena Stancanelli)

Note modifica

  1. Citato in Pietro Cabrio, La storia di Beatrice Vio, ilpost.it, 15 settembre 2016.
  2. a b Dall'intervista di Letizia Rogolino, Intervista a Bebe Vio: Bisogna essere fieri di essere speciali!, bigodino.it, 7 dicembre 2016.
  3. Da un'intervista a Sky TG24; citato in Bebe Vio: il vaccino per la meningite? Me l'avevano sconsigliato, voi fatelo, lastampa.it, 13 gennaio 2017.
  4. Dall'intervista di Elisa Chiari, Bebe Vio è la nostra "italiana dell'anno"., famigliacristiana.it, 16 luglio 2017.

Doppiatrice modifica

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