Beatrice Lorenzin
politica italiana
Beatrice Lorenzin (1971 - vivente), politica italiana ed ex Ministro della Salute.
Citazioni di Beatrice Lorenzin
modifica- Ho in testa una nuova sfida, un grande piano nazionale di fertilità. Il crollo demografico è un crollo non solo economico, ma anche sociale. È una decadenza che va frenata con politiche di comunicazione, di educazione e di scelte sanitarie. Bisogna dire con chiarezza che avere un figlio a trentacinque anni può essere un problema, bisogna prendere decisioni per aiutare la fertilità in questo Paese e io ci sto lavorando. Sia chiaro: nessun retropensiero e nessuno schema ideologico, ma dobbiamo affrontare il tema di un Paese dove non nascono i bambini.Aiutare a nascere vuol dire anche pensare alla famiglia...L’abbiamo chiaro qui al ministero della Salute. E le voglio rispondere con i fatti: siamo decisi a rimettere mano ai ticket sanitari tenendo conto dei carichi familiari. Serve una svolta di equità. Le famiglie hanno pagato in questi anni di crisi il prezzo più duro. E con loro le fasce deboli. Disoccupati e cassintegrati ora non devono pagare.[1]
- I commissariamenti come li abbiamo immaginati fino ad oggi hanno fatto il loro tempo. Anche perché se è importante aver rimesso in ordine i conti, a pagarne le conseguenze non possono essere i cittadini che vedono ridotte quantità e qualità delle cure, oltre a dover pagare tasse più alte. Per questo credo che dovremmo agire in maniera più mirata. Possiamo per esempio pensare di ridare alle regioni la capacità decisionale completa, senza alibi. Ma noi come stato centrale dovremmo tempestivamente intervenire commissariando le singole aziende sanitarie a fronte di standard bassi di erogazione dei servizi sanitari ai cittadini. Vuol dire che il direttore generale, amministrativo, sanitario lo decidiamo noi dando un tempo definito per la riorganizzazione della singola azienda ed esercitando poteri sostitutivi completi.[2]
- Dobbiamo capire dove sta andando la ricerca biomedica e come può essere veramente un volano di sviluppo per l’economia italiana perché questo è il nostro petrolio”, ha spiegato. “Il panorama italiano è brillante nonostante tutto, nei prossimi anni saremo però di fronte ad un bivio: o riusciamo a valorizzare al massimo questo grande patrimonio della conoscenza e farlo diventare un’industria oppure rischiamo di retrocedere. Noi giochiamo in prima classe, adesso dobbiamo andare in Champions e queste sono scelte strategiche del Paese.[3]
- [Sull'obbligo vaccinale] Il decreto Lorenzin non è che prevede l’obbligatorietà per sempre, ma un aggiornamento dei parametri ogni tre anni in base all’andamento epidemiologico. La ratio era quella di togliere l’obbligatorietà una volta centrati gli obiettivi e abbassati i rischi per la collettività.[4]
- Il DM70 ci ha permesso di riorganizzare omogeneamente il sistema sul territorio e di intervenire in vario modo sul personale (ad esempio, sblocco del turn over, azioni di monitoraggio e controllo etc…). Inoltre, da un mese abbiamo implementato il “cruscotto”, uno strumento a disposizione delle Regioni grazie al quale entriamo nei sistemi informatici dei Reparti e ricaviamo l'indice della produttività, di ogni singolo Reparto, in base a eventi sentinella che ci permettono di intervenire chirurgicamente sui problemi. Questo a favore di una politica basata su misurazioni e dati oggettivi. Ricordo anche la riforma sui manager e sul tema della prevenzione, il Piano nazionale Prevenzione, il Piano cronicità, il Piano sulle demenze, il Piano vaccini, il nuovo nomenclatore tariffario e i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza. Rappresentano nuovi elementi di sfida che affrontano i temi della cronicità e la prevenzione. Poi abbiamo investito su due nuovi Fondi che hanno garantito l'accesso per l'epatite e per i pazienti oncologici.[5]
- Io ho rimesso al centro il Ministero della Salute, in Italia. Il merito di questo me lo prendo tutto. Prima di me, della Salute se ne occupavano il MEF e la Conferenza Stato Regioni. Avere una Sanità pubblica vuol dire, per prima cosa, potere avere un grande Ministero della Salute e un Istituto Superiore di Sanità che funzioni.[5]
- Io sono stata ministra con Enrico Letta e Paolo Gentiloni, mi sono trovata in sintonia con Dario Franceschini. E ho capito che in questo momento, nel Pd, si apre uno spazio enorme per chi vuole rappresentare un'area di centro, moderata e riformista. C'è bisogno di una grande casa politica per combattere alla pari con il vero avversario di tutti noi che è Matteo Salvini e il concetto di democrazia illiberale che porta avanti.[6]
- La mia impressione su Roma è che Roma è piena di droga. Rivediamo le siringhe per strada, rivediamo i tossici per strada, gli spacciatori di eroina. Siamo pieni di cocaina. Si fa finta di non vedere come se il problema non ci fosse più, in realtà aggredisce tutti i ceti sociali e tutte le età, insieme all'alcol. Soprattutto gli spacciatori lavorano sui giovani.[7]
- Le scuole pubbliche romane, a parte qualche eccezione, sono brutte e neanche in sicurezza. Se già vivi in un quartiere difficile studiare in una scuola brutta è un altro carico.[7]
- Noi avevamo predisposto il piano per pandemie influenzali, aggiornando quelli su Sars e Merse in base agli alert dell'Oms e all'andamento globale. Ci siamo resi conto che il cambiamento del clima avrebbe favorito l'evoluzione dei virus e che il salto di specie animale/uomo, come è successo per Covid-19, era tra le cose possibili. Da qui, con gli esperti, abbiano predisposto obiettivi e azioni, abbiamo anche immaginato 5 fasi, compresa quella in cui non accade nulla che è invece fondamentale per essere pronti se e quando arriva qualcosa.[8]
- Questo ministero era stato ucciso, è rinato, ma ora deve essere rafforzato. Soprattutto nella sua attività di controllo sulla governance e sul rispetto dei livelli di assistenza. Se un manager di una Asl non funziona ma resta lì, noi dobbiamo avere la potestà di intervento con meccanismi di sanzioni più forti e questa logica deve entrare nel Patto. Insieme a nuove regole per l’arruolamento del management superando le norme attuali. Se oggi vuoi portare un manager “forte” in una struttura sanitaria in crisi non è così facile farlo.[9]
- Se possiamo dire che i piani di rientro e i commissariamenti hanno funzionato sotto il profilo economico, lo stesso non può dirsi per le cure. Attraverso il sistema di monitoraggio dei Lea, il ministero verifica continuamente lo stato di salute della Sanità del Paese e in alcuni casi i progressi non sono stati molti. Anzi, alcune Regioni hanno addirittura peggiorato i risultati. Insomma sul fronte dell'erogazione delle cure, i piani di rientro e i commissariamenti hanno mostrato molte lacune.[2]
Note
modifica- ↑ Dall'intervista di Arturo Celetti, Lorenzin: «Un piano per la natalità», Avvenire, 21 marzo 2014.
- ↑ a b Dall'intervista di Manuela Correra, "Cure ai cittadini sotto la soglia minima in 5 regioni", Salute e benessere, Roma, 30 marzo 2017.
- ↑ Dall'intervista di Giancarlo Salemi, Ricerca, perché l'Italia deve puntare a vincere la Champions, Formiche.net, 6 febbraio 2020.
- ↑ Dall'intervista di Maria Elena Capitanio, Intervista sui vaccini a Beatrice Lorenzin, Medium, 4 dicembre 2018.
- ↑ a b Citato in Intervista in esclusiva al Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, ANAAO-Assomed, Numero 99, febraio 2018, Modena.
- ↑ Beatrice Lorenzin scarica Renzi e sceglie il Pd: “Il nemico è Salvini, un errore la scissione”, Agenzia Dire, 19 settembre 2019.
- ↑ a b Citato in Roma, l'Istituto superiore di sanità: "Peggiorati tutti gli indicatori di salute", la Repubblica, 30 settembre 2017.
- ↑ Dall'intervista di Claudia Fusani, “Il Piano disatteso che avrebbe cambiato l’emergenza. Ora la Fase 2: servono gradualità e pompieri pronti a spegnere focolai”, Tiscali Notizie, 10 aprile 2020.
- ↑ Dall'intevista di Cesare Fasari, “Se un manager non funziona va rimosso. Il ministero riassuma i poteri che gli spettano. I soldi per il Patto ci sono, ma attenti a chi gioca contro”. Esenti dal ticket disoccupati e cassintegrati, Quotidiano Sanità, 4 febbraio 2014.
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