Aurora polare
fenomeno ottico dell'atmosfera terrestre
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Citazioni sull'aurora polare, nelle sue due manifestazioni: australe e boreale.
- Colà, dove Aquilon serba i ridutti | gelidi venti, che poi scioglie irato | contra le selve annose e i salsi flutti, || dal polo fin dell'oriente al lato | con luce di sanguigno ardor feconda | si tinse il taciturno aere stellato; || tal che dell'Eridàn presso alla sponda | ne rosseggiàro al ripercosso lume | gli uomin, le navi, i tronchi, e l'erbe, e l'onda. || Mentre seguendo il nuovo suo costume | ardea purpureo il ciel, gli apparve al lembo | un, che l'aure inondò, ceruleo fiume; || e dall'azzurro e dal vermiglio grembo | rai ne sgorgàro or agitati, or cheti, | e ondeggiamenti del focoso nembo, || e globi, che splendean come pianeti, | e lucide corone, ed archi, e liste, | e argentee volte, e pescarecce reti. || Ben conobb'io nel meditar le viste | fiamme dipinte, e con mirabil' arti | raccolte da Natura, e fra lor miste, || che i sottili nitrosi efflussi sparti | dal gelo acuto per gli aerei campi | salìr del zolfo ad irritar le parti || dal sole attratte, quando avvien, che avvampi | alto del Cane sotto l'ignea stella, | e allor scoppiàro in color varj e in lampi. || Sparìa, poi riaccendeasi ogni facella; | ed era or l'ostro illanguidito, ed ora | fea di vivo fulgor mostra novella. (Alfonso Varano)
- E nella notte giovinetto insonne | vidi la luce postuma, lo spettro | dell'alba: tremole colonne | d'opale, ondanti archi d'elettro. || E sotto i flessili archi e tra le frante | colonne vidi rampollare il flutto | d'un'ampia chiarità, cangiante | al palpitare del gran Tutto. (Giovanni Pascoli)
- Erano circa le dieci della sera (10 settembre), all'estremo orizzonte settentrionale cominciò a manifestarsi una luce che a poco a poco si faceva più intensa e si foggiava in arco che partendo dall'oriente s'avanzava in direzione dell'opposto occidente. Il firmamento a quando a quando sembrava squarciarsi mandando sprazzi di luce di tinte svariate, i quali si facevano sempre più vividi e più frequenti, lampeggiando in ogni parte. Il rosso dei rubini, il verde degli smeraldi e il giallo dei topazii adornavano tutti insieme delle loro tinte i raggi infiniti, alcuni dei quali in splendore emulavano se non vincevano le stelle di prima grandezza allorché il fenomeno fu al massimo della sua intensità.
Ad un tratto una corrente orizzontale attraversava parzialmente tutte quelle striscie dall'una estremità all'altra dell'arco, guizzando come la luce del fulmine. Al dissotto dell'arco si sarebbe detto che le nubi si erano addensate per accrescere col contrasto la vaghezza delle mille tinte della meteora che terminarono fondendosi in una sola, la quale per un tempo più lungo continuò a spandersi come luce porporina nell'immenso spazio che avea servito allo sviluppo di quella scena. Questa è la poesia che spira nei deserti del nuovo mondo e queste sono le meraviglie che la natura si riserva per rallegrare principalmente gli abitatori delle regioni nordiche, benché il fenomeno qualche volta si possa vedere anche in paesi abbastanza meridionali come è l'Italia. (Giovanni Capellini) - Molto a proposito per distrarci dalla nojosa monotonia del viaggio, ci si presentò lo spettacolo di un'aurora boreale. Il cielo nella parte del settentrione parve ad un tratto tutto infuocato; ed insensibilmente prese quel brillante colore del rubino, di cui il tramonto del sole arricchisce le belle serate d'Italia, felice presagio, al dir di Virgilio ed alla prova della esperienza, della bellezza del dì susseguente. Dal seno di questa porpora superba immantinente s'alzò verso il polo un arco splendentissimo di tutte le varietà dell'iride, e tagliato da moltissimi altri archi non meno vivi, ma mobili, e con maestà ondeggianti, i quali disegnavansi sopra un immenso velo di un fosforo luminoso, le cui pieghe diafane, agitate continuamente si sviluppavano in lunghi solchi di fiamma, ed ognor più animati da come fiaccole ardentissime, colle quali sarebbesi detto, che il cielo ad ogn'istante le fulminava, prolungavano lungi l'incendio sotto la volta celeste. Tutta l'atmosfera veniva presa dal loro chiarore; e indoravano vivamente i contorni di tutte le nubi. Se queste meteore frequenti nelle contrade vicine al polo interessano per la loro magnificenza gli abitanti del Nord, accostumati pure a vederle, facil'è giudicare l'effetto che questo spettacolo produsse in noi, che ne godevamo la vista per la prima volta. (Giuseppe Acerbi)
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