Attentati del 13 novembre 2015 a Parigi

attentati terroristici

Citazioni sugli attentati del 13 novembre 2015 a Parigi.

Attentati del 13 novembre 2015 a Parigi

Citazioni sugli Attentati del 13 novembre 2015 a Parigi

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  • [Hanno] le leggi più severe al mondo sulle armi a Parigi – nessuno era armato, eccetto i cattivi. Nessuno. Nessuno aveva delle armi. E [i cattivi] hanno sparato loro ad uno a uno. [...] Potete dire quello che volete, ma se la nostra gente avesse avuto delle armi, se fosse stato permesso loro di portarle, la situazione sarebbe stata molto, molto diversa. (Donald Trump)
  • Non dovremmo aver paura della paura, dovremmo cercare di mantenere la quotidianità come l'avevamo programmata. È chiaro che sono situazioni veramente molto particolari, perché son convinto che noi non potremmo risolvere questo problema, saranno gli stessi responsabili che dovranno dare una risposta a tutto questo. Quindi il mondo dell'Islam probabilmente saranno protagonisti in questo: come noi abbiamo avuto i nostri problemi negli anni settanta, ci siamo compattati in quel periodo e abbiamo sconfitto il terrorismo che c'era in Italia. La risposta che ho dato è che poteva succedere in tutte le città europee, quindi non dobbiamo modificare tutto quello che in questo momento ti fa paura: perché avrebbero vinto, perché non ci sarebbe più la possibilità di sognare un nostro futuro, quindi bisogna continuare ad andare allo stadio. (Cesare Prandelli)
  • Se qualcosa accade a Parigi, giustamente, ci sentiamo tutti coinvolti, se accade sul Sinai meno,[1] a Beirut quasi nulla.[2] [...] Quanto deve essere vicina una barbarie perché ci colpisca come esseri umani? Piangiamo solo le città di cui abbiamo un souvenir attaccato sul frigo? (Maurizio Crozza)
  • Si vede nel massacro di Parigi il frutto della «profezia di Oriana». (Pierluigi Battista)
  • Venerdì sera avete rubato la vita di una persona eccezionale, l'amore della mia vita, la madre di mio figlio, eppure non avrete il mio odio. Non so chi siete e non voglio neanche saperlo. Voi siete anime morte. Se questo Dio per il quale ciecamente uccidete ci ha fatti a sua immagine, ogni pallottola nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel suo cuore. (Antoine Leiris, marito di una vittima dell'attentato)
Vendredi soir vous avez volé la vie d'un être d'exception, l'amour de ma vie, la mère de mon fils mais vous n'aurez pas ma haine. Je ne sais pas qui vous êtes et je ne veux pas le savoir, vous êtes des âmes mortes. Si ce Dieu pour lequel vous tuez aveuglément nous a fait à son image, chaque balle dans le corps de ma femme aura été une blessure dans son coeur [...].[3]
  • Ho cercato di pensare: ci stanno prendendo in ostaggio, facciamo quel che ci chiedono e andrà tutto bene, e invece no, è chiaro che sono qui per ucciderci e ho pensato: è assurdo, morirò a un concerto di rednecks californiani che mi è costato trenta euro e settanta (Clarisse). [riportando la testimonianza di una delle sopravvissute agli attentati]
  • «Potete ringraziare il vostro presidente François Hollande. È colpa sua se vi uccidiamo, è stato lui a cominciare sganciando bombe sulle nostre mogli e sui nostri figli.» [riportando le parole degli attentatatori del Bataclan così come registrate nell'audio diffuso in tribunale]
  • Sollecitato dal presidente, [Sofien] Ayari acconsente a dire che condanna gli attentati, a condizione però che li si condanni da entrambe le parti, François Hollande quanto Abu Bakr al-Baghdadi. I suoi compagni hanno ucciso degli innocenti in Francia, d'accordo, ma in Iraq e in Siria gli occidentali ne hanno uccisi molti di più, e molto più vigliaccamente. Fra sganciare bombe da un aereo senza correre alcun pericolo e raggiungere nella morte le persone che abbiamo ucciso, da che parte sta il coraggio? Ammette di aver preso decisioni sbagliate, che non rinnega. «Il contesto non favoriva la lucidità. Non sempre intenzioni e azioni sono conciliabili. Ma non sta a me giudicare». Io ho sintetizzato, la sua deposizione è stata molto più lunga, ma tutti sono rimasti colpiti da questa confessione che non era quella di un fanatico squilibrato.

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