Atlantide

isola leggendaria

Citazioni su Atlantide.

  • Ah, quante Atlantidi compaiono sugli atlanti politici! (Stanisław Jerzy Lec)
  • Atlantide, il leggendario continente distrutto dodicimila anni fa, non è che una terra desolata, un mondo di morte e silenzio. Atlantide, cosa ne avrà causato la distruzione? (Nadia - Il mistero della pietra azzurra)
  • È bene che Atlantide resti un mistero. È giusto che l'uomo, guardando l'oceano, si inquieti pensando ad un lontano e imperscrutabile regno inghiottito in un giorno e in una notte dalle acque e dal fuoco; all'orgoglioso sogno di un'eternità infranta dal risveglio della Natura. Le civiltà nascono, crescono ed, infine, muoiono. Prepariamoci a questo. Atlantide non è mai esistita! È in ogni luogo. (Pierre Benoît)
  • Innanzi a quella foce stretta che si chiama colonne d'Ercole, c'era un'isola. E quest'isola era più grande della Libia e dell'Asia insieme, e da essa si poteva passare ad altre isole e da queste alla terraferma di fronte. [...] In tempi posteriori [...], essendo succeduti terremoti e cataclismi straordinari, nel volgere di un giorno e di una brutta notte [...] tutto in massa si sprofondò sotto terra, e l'isola Atlantide similmente ingoiata dal mare scomparve. (Platone)
  • L'uomo che l'ha sognata, l'ha anche fatta scomparire. (Aristotele)
  • La ricerca di Atlantide colpisce le corde più profonde del cuore per il senso della malinconica perdita di una cosa meravigliosa, una perfezione felice che un tempo apparteneva al genere umano. E così risveglia quella speranza che quasi tutti noi portiamo dentro: la speranza tante volte accarezzata e tante volte delusa che certamente chissà dove, chissà quando, possa esistere una terra di pace e di abbondanza, di bellezza e di giustizia, dove noi, da quelle povere creature che siamo, potremmo essere felici… (L. Sprague de Camp)
Una mappa fittizia di Atlantide
  • Chi si limita alla conoscenza del mondo sensibile non può immaginare quanto differissero da noi i nostri progenitori dell'Atlantide; e non soltanto nell'aspetto esteriore, ma anche nelle qualità dello spirito. Le loro cognizioni, le arti tecniche, tutta la loro civiltà era ben diversa da quella dei nostri giorni. Osservando l'umanità atlantidea dei primi tempi, vi troviamo facoltà spirituali diverse in tutto dalle nostre. L'intelletto razionale, la facoltà di combinare e di calcolare sulla quale oggi è basato tutto ciò che si produce, mancavano interamente ai primi Atlantidei. Essi possedevano invece una memoria sviluppatissima che era una delle loro facoltà spirituali più spiccate. Il loro modo di calcolare, per esempio, non consisteva come il nostro nell'imparare alcune regole per poi applicarle. L'abaco, nei primi tempi dell'Atlantide, era ancora sconosciuto; nessuno aveva impresso nel proprio intelletto che tre per quattro fa dodici; chi aveva bisogno di fare questo calcolo sapeva orientarsi perché egli si riportava ad altri casi simili o uguali avvenuti precedentemente; si ricordava di quello che era stato applicato prima in circostanze analoghe.
  • […] gli Atlantidei avevano degli apparecchi di cui per così dire alimentavano la combustione coi germi delle piante, trasformando la forza vitale di questi germi in energia applicabile alla tecnica. Così riuscivano a far muovere i loro veicoli a piccola altezza al di sopra del suolo […] potevano anche elevarsi al di sopra dei monti.
  • Il veggente che esaminasse la connessione fra il corpo eterico e quello fisico dell'uomo dell'Atlantide, arriverebbe a una ben strana scoperta. Mentre nell'uomo attuale la testa eterica combacia con una certa approssimazione con la parte fisica della testa, sporgendone appena un poco, la testa eterica di un uomo dell'Atlantide si protendeva molto al di sopra di quella fisica; con più precisione, sporgeva di molto la parte frontale della testa eterica. Esiste un punto nel cervello fisico, fra le sopracciglia e circa un centimetro all'interno, cui corrisponde oggi un punto nella testa eterica. Negli Atlantidei quei due punti erano ancora molto distanti l'uno dall'altro, e l'evoluzione consistette appunto nel riavvicinarli sempre di più. Nel quinto periodo atlantico il punto della testa eterica si avvicinò al cervello fisico, e per il fatto che i due punti combaciavano si svilupparono alcune caratteristiche dell'umanità attuale: il calcolare, il contare, la facoltà di giudizio e in genere la capacità di formare concetti, l'intelligenza. Prima gli Atlantidei avevano solo una memoria sviluppatissima, ma non ancora la facoltà di connettere i pensieri, e qui abbiamo proprio l'inizio della coscienza dell'io.
  • L'uomo dell'antica Atlantide possedeva di norma una chiaroveggenza per cui erano compagni della sua esistenza non solo i minerali, le piante e gli animali, ma anche certe figure divino-spirituali: con queste egli conviveva, come oggi si convive fra uomini. Neppure la distinzione fra la notte e il giorno era a quel tempo così rigida com'è oggi.
  • Fra tutte le popolazioni migrate dal continente atlantico, quella europea rimase dotata della più forte disposizione alla chiaroveggenza: meno dotata in tal senso fu la popolazione africana. In Asia, dove era presto giunta, la parte più progredita dei migratori atlantici incontrò una popolazione ancora più antica e dotata di un'ancora più antica chiaroveggenza. Perciò in quel tempo nel cuore dell'Asia la chiaroveggenza era assai diffusa. Vi fu però una certa piccola colonia, stabilitasi nei pressi del deserto di Gobi e formata dai più progrediti fra gli uomini dell'Atlantide.

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