Archistar

neologismo per indicare un architetto molto famoso

Citazioni sulle archistar.

  • Le archistar appartengono a un sistema che non è quello che chiamiamo architettura moderna. È un'altra attività che ha più a che fare con l'advertising, con la pubblicità. La caratteristica prevalente è che tutto gira intorno a remunerazioni elevatissime. È un'architettura che piega verso la creazione artistica: se l'architettura viene giudicata come uno dei mezzi per influire sul mercato delle idee, dell'immagine, della moda, è pronta per entrare in un mondo del tutto diverso da quello cui siamo abituati. Se torniamo alle parole di Le Corbusier, l'architettura è un servizio che si presta all'uomo, per l'intera vita quotidiana, non solo per la ricreazione. Il sistema delle archistar slitta in un campo dove ci sono molti più soldi e dove i tempi sono brevissimi, dove un battage ben riuscito crea la fama di una persona. Nel 2005 un critico famoso, Germano Celant, ha auspicato che l'architettura si liberi dagli aspetti funzionali. «Lavori sulla pelle», ha scritto, «e poi ci metta dentro i servizi». (Leonardo Benevolo)
  • [L'intervistatore domanda se epoca delle archistar volge al termine] Mi chiede un vaticinio. Il fatto è che la gran parte delle archistar non realizza architetture di qualità, ma oggetti per lo spettacolo visivo e per l'intrattenimento. E soprattutto non fa pezzi di città. (Joseph Rykwert‎)
  • Non mi piace come defizione, piuttosto penso che una certa spettacolarizzazione della figura dell'architetto sia il frutto di quella evoluzione generazionale che ha catapultato il progettista al centro dell'attenzione mediatica. (Arata Isozaki)
  • Oggi l'architettura nichilista è diventata un'arma dell'imperialismo globale. Non dico «capitalismo» di proposito, per escludere la stragrande maggioranza dell'industria imprenditoriale e del libero commercio a piccola e media scala, che risulta anch'esso minacciato dello stesso imperialismo. Dietro ogni progetto architettonico di un'archistar si trovano i tentacoli delle grandi compagnie del consumo globale. Il risultato è triste: il sacrificio della cultura millenaria dei molti luoghi del mondo sull'altare di una globalizzazione distruttiva.
    D'altro canto, incredibilmente, la sinistra appoggia questo meccanismo con tutto il suo cuore. Qualcuno, forse un finto autoproclamato «esperto», ha detto che le archistar rappresentano il pensiero libero, lo sviluppo radicale, la liberazione della società, cioè, le stesse promesse fasulle che hanno condotto i vari stati comunisti a sradicare il loro patrimonio artistico, architettonico e urbano. Così trovo inseriti tra libri e saggi scritti dai filosofi della sinistra che sognano una rivoluzione marxista, immagini di edifici di archistar di moda oggi. I mercenari dell'imperialismo consumistico globale lodati dai comunisti... (Nikos Salingaros)

Franco La Cecla modifica

  • Artisti al servizio dei potenti di oggi. Sono grandi, abilissimi professionisti addetti a stabilire trends, a stupire e richiamare il grande pubblico con trovate che hanno pochissimo di un edificio e moltissimo invece a che fare con una messa in scena. Costruiscono enormi cartelloni pubblicitari sedotti da un foglio accartocciato. Così si vaporizza l'architettura, che diventa una specie di cipolla, solo strati, superfici e niente spazio: è più importante il packaging che non il prodotto. L'architettura è ridotta al rango di tessuto, perde la volumetria. Jean Nouvel promette superfici leggere, vetrate impalpabili, come a dire che l'architettura è solo bidimensionale, deve entrare nelle pagine di una rivista patinata.
  • Le archistar sono artisti, ma in un senso rinnovato. L'architetto è un "trend setter", uno che lancia una tendenza. Rem Koolhaas ha aperto nuove direzioni al marketing di Prada. È diventato un guru di atmosfere, non ha fornito solo involucri, ma anche uno spirito tutto nuovo all'azienda di moda. L'archistar non lavora solo per la moda, diventa moda egli stesso, diventa logo, garanzia per poter firmare un negozio, ma anche un museo o un pezzo di città.
  • Le città esistono, la gente abita ma in questo sono molto radicale, spero infatti che nascano nuove professioni che soppiantino l'architettura. Il potere degli architetti deve essere limitato perchè l'archistar è un pericolo per la società; sarebbe come affidare la medicina a due infermieri brillanti. Il mondo accademico non aiuta in questo perchè le facoltà di architettura sono il luogo più squalificante in assoluto, sono vecchie e sclerotiche e limitano la formazione dei propri studenti ad un sapere solo teorico.

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