Apolidia

condizioni di individui che non hanno una cittadinanza

Citazioni sull'apolidia e sugli apolidi.

  • Sottrarsi al mondo, quale sforzo di annullamento! Da parte sua, l'apolide vi giunge senza darsi un gran daffare, con il concorso – con l'ostilità – della storia. Niente tormenti né veglie per giungere a spogliarsi di tutto; vi è costretto dagli avvenimenti. In un certo senso, somiglia al malato, che come lui si installa senza merito personale nella metafisica o nella poesia, per forza di cose, grazie ai buoni uffici della malattia. Assoluto a buon mercato? Può darsi, quantunque resti da provare che i risultati acquisiti con sforzo valgono di più di quelli che derivano dal riposo nell'ineluttabile. (Emil Cioran)
  • Da quando gli Stati-nazione si sono spartiti il pianeta, si è andata producendo, tra un confine e l'altro, una "schiuma della terra", che può essere impunemente calpestata e che, malgrado ciò, non smette di fluttuare e di accrescersi. La schiuma è quel che resta della terra spartita, sono i senza-patria, gli apolidi, i rifugiati, rimasti presi tra le frontiere nazionali, che appaiono rifiuti ingombranti, corpi estranei, esseri indesiderabili. Per loro non è previsto alcun posto nell'ordine mondiale. Ecco emergere un nuovo genere umano: i "superflui".
  • Il tentativo di conformare le frontiere degli Stati europei alle nazioni fece emergere una contraddizione profonda: l'impossibilità di assicurare diritti a chi non fosse cittadino di una nazione. Il che era paradossale, dato che chi veniva condannato a essere apolide, privato dei diritti garantiti dalla cittadinanza, avrebbe avuto semmai bisogno di essere più difeso e protetto.
  • Vertice dell'anomalia, figura della devianza, preso in mezzo nella rete di Stati-nazione tessuta intorno alla terra, l'apolide scopre che, non avendo protezione statuale, ha perso anche quei diritti umani considerati prima inalienabili.

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