Antoniotto Botta Adorno

nobile italiano e ufficiale dell'impero asburgico

Marchese Antoniotto Botta Adorno, o Antonio Ottone (1688 – 1774), nobile italiano e alto ufficiale dell'Impero asburgico.

Antoniotto Botta Adorno

Citazioni su Antoniotto Botta Adorno modifica

  • Era costui uno di quelli uomini, che di quando in quando l'ira divina sembra che inalzi ad alti seggi ministeriali per gastigare le nazioni e percuotere gli stati. (Antonio Zobi)
  • Dato il carattere orgoglioso ed intransigente del maresciallo Botta, i fiorentini erano curiosi di vedere quali novità avrebbe introdotto nelle cerimonie del giorno di San Giovanni. E furono contentati. La festa si svolse nel modo consueto: soltanto il maresciallo Botta introdusse l'attesa novità: poiché mentre i suoi predecessori si contentavano di stare in una poltrona fuori del trono sotto la Loggia, — che parevano un cane fuori del casotto, come fu detto per il Craon — il Botta, fece rivoltare quella che rimaneva vuota, sotto il ritratto del Granduca, e alla spalliera di quella addossò la sua, standosene così in trono, come se fosse lui il sovrano. (Giuseppe Conti (bibliotecario))
  • I deputati [della Repubblica di Genova] storditi e inorriditi [dalle minacce del commissario tedesco Chotek, giunto da Vienna] ricorsero allora al marchese Botta Adorno, protestando che i genovesi perivano sotto aggravi così insopportabili. Il Botta, con piglio acerbo e ghigno crudele, rispose che PERÒ RESTAVANO LORO GLI OCCHI PER PIANGERE! Parole infami pronunziate da labbra anche più infami perché d'un italiano che restarono famose e levarono dal cuore dei genovesi ogni speranza. (Giuseppe Conti (bibliotecario))
  • Imperito nelle faccende militari, nessuna capacità tampoco aveva nei negozi civili. Inflessibile ed avaro di carattere, acerbissimo di maniere, pareva nato apposta per farsi odiare da tutti, e specialmente dalle popolazioni toscane, che trovarono in lui un vendicatore dell'ingratitudine somma usata all'egregio predecessore[1]. (Antonio Zobi)

Note modifica

  1. Emmanuel de Nay, conte di Richecourt (1697 – 1768), presidente del Consiglio di reggenza del Granducato di Toscana, fu sostituito nel 1757 dal Botta Adorno.

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