Antonio Stoppani
Antonio Stoppani (1824 – 1891), geologo, paleontologo e patriota italiano.
Citazioni di Antonio Stoppani
modifica- Gli uomini andrebbero applauditi e rimeritati con quel criterio che si suole adoperare cogli attori di scena, mentre non si applaude già a chi fa le parti di re o di regina, ma a chi fa bene la parte sua, ancorché sia di Figaro o di servetta. Se la stima prendesse misura dal merito, il bravo operajo e la buona massaja ne avrebbero quanto il poeta, lo scienziato e l'artista. Quando si comincierà a fare un po' di giustizia in questo senso, Giovanni Comino avrà acquistato un doppio titolo di figurare a lato di Alessandro Manzoni. Questi disimpegnò benissimo la sua parte di letterato e di poeta; quello la parte di servo fedele.[1]
- La Madonna d'agosto, se il tempo è bello, la solitudine di S. Caterina [Valfurva] offre lo spettacolo animatissimo di una sagra. La chiesuola in testa al ponte sulla destra del Frodolfo si apre: l’unica campanella si dibatte festiva e instancabile entro la sua torretta; traggono da ogni parte i montanari in folla, e fatto un pò di bene nella chiesa, si accalcano attorno alla fonte salutare [dell'acqua ferrugginosa]. Poveretti! Padroni naturali, per dir così, di tanto tesoro di salubrità, non hanno che la domenica per profittarne...[2]
- Una sera ad Esino è quanto di più poetico possa sognare un innamorato di alpini recessi.[3]
Il Bel Paese
modificaL'Ognissanti, il dì dei morti, s. Carlo, s. Martino, sono tutti sinonimi per que' cittadini che hanno la buona fortuna di rifarsi in campagna delle fatiche sostenute, o che dovevano sostenere, in città. Tutti insieme quei nomi descrivono un breve periodo di tempo, oltre il quale i villeggianti, vogliano o non vogliano, debbono aver lasciato la vita eccezionale per la normale, la poetica per la prosastica, la varia per la uniforme, insomma la vita libera e lieta della campagna per la vita schiava e melanconica della città. (Serata I, Da Belluno ad Agordo, Il ritorno dalla campagna, p. 9)
Citazioni
modifica- Se queste pagine avranno la fortuna, pur troppo rara, di uscir dalle mura delle scuole di città, per diffondersi nelle campagne, in seno alle Alpi, nelle montagne dell'Appennino, al piede del Vesuvio e dell'Etna, insegneranno agli abitanti di quelle contrade ad apprezzare un po' meglio sé stessi e le bellezze e i favori d'ogni genere di cui la natura, ministra di Dio, non fu avara alle diverse province d'Italia. (Prefazione, Agli istitutori; 1901, p. 8)
- [...] il Cervino che rizza ignudo il suo corno dai campi delle nevi eterne, come le piramidi dalle sconfinate arene del deserto. (serata II, Gli alpinisti ed i villaggi alpini, § 2, Il club alpino italiano; 1881, p. 17)
- La scienza non si contenta di dire: -Dio ha fatto, ha voluto così; vuol anche sapere come ha fatto, ed anche, se può, perché ha voluto così. E Dio non vieta questa nobile curiosità che è tutta consentanea a quel lume di ragione, che Dio stesso ha dato all'uomo, perché fosse l'immagine sua. (serata VI, Il passo del Sobretta, La scienza; 1901, p. 103)
- [...] quell'immenso zaffiro, colle sue morbide gradazioni di ceruleo e di verde, che si dilata e sfuma lontano lontano, perdendosi in uno sfondo, ove si disegnano cime d'ogni forma che si soverchiano, si addossano con mille curve, e mille seni, e mille frastagli, con tutti i riflessi di luce, quasi nubi temporalesche che spuntino dal fondo dell'orizzonte a cielo sereno. Il piroscafo fende le onde, celere e acuto come un dardo; il lago si allarga in immenso bacino, e le isole Borromee sorgono dalle acque, come mazzi di fiori sporti al sole, che tutto inonda di sua luce. La è una vera fantasmagoria, un sogno, un delirio piacevole. Ho veduto più volte questo lago Maggiore, e sempre mi è apparso nuovo, sempre più bello. (serata VII, Da Milano al Salto della Toce, § 4, Il lago Maggiore; 1881, pp. 123-124)
- Il torrente, già diviso in più cascate dove il salto incomincia, si suddivide, scendendo, in mille svariatissime cascatelle. Quale batte la rupe in forma di bianco fiocco e rimbalza, divisa in un nembo di spruzzi; quale si lascia sdrucciolare giù giù, lieve lieve, sulla roccia levigata, come un filo di bambagia, o come nastro ondeggiante di seta bianca; quale si sparpaglia, disegnando una rete a maglie d'argento, o cento tessuti diversi che di continuo si scompongono e si rifanno. Grado grado scendendo, spinte ora a destra ora a sinistra, s'incontrano, si azzuffano, si accapigliano. Ma la cascata è una; e a vederla svolgersi, e rimutarsi sul fondo nero o bigio di quella fantastica scalea, la non si potrebbe paragonare che a una gran chioma bianca, disciolta e agitata dal vento. Una nebbia leggiera, a guisa di aureola perenne, si leva sull'abisso; e quando il sole dardeggia, l'iride vi si posa tranquilla, immobile, vero simbolo di pace in tanta guerra. (serata VII, Da Milano al Salto della Toce, § 8, Il salto della Toce; 1881, pp. 129-130)
- L'invisibile luna si è accostata furtiva a baciare quell'astro che l'indora di notturni splendori. Ecco, il suo nero labbro sfiora il labbro lucentissimo del sole. (serata IX, Loreto e la levata del sole, L'eclisse totale del 1842; 1901, p. 175)
- Quanta varietà in queste geniali creazioni della natura! Un lago è sempre un semplice specchio d'acqua, chiuso fra sponde più o meno brevi; ma dove lo specchio e la cornice formano un tutto indivisibile, dove le parti si danno risalto a vicenda con un gentile ricambio di bellezze, ne risulta una tal varietà, che non v'ha quasi lago che somigli ad un altro, e che non rechi un'impronta speciale, una speciale fisonomia, sicché, più ne visiti, e meno ti stanchi. (appendice, serata II, I laghi; 1881, p. 567)
«Così pensando mi riconciliavo colla scienza, pur troppo talvolta compromessa da tali che del vero scienziato avranno l'intelligenza, ma non il cuore; mi riconciliavo con me stesso, sembrandomi che avrei potuto anch'io far qualche cosa di buono, e mi sentivo diventar migliore; più umile nella coscienza del mio nulla, più docile nella contemplazione dell'ordine a cui è soggetta ogni creatura, più confidente nella cognizione della divina bontà, più grato nel riconoscimento di quella providenza amorosa di cui la storia del globo è una splendida rivelazione, più desideroso d'esser perfetto come è perfetto il Padre che è ne' cieli, più amante degli uomini nel riflesso del posto sublime che occupano nella gerarchia del creato e dei loro eterni destini.
E via di speculazione in speculazione, mi pareva che l'unità di Dio fosse così bene espressa nel coordinamento perfetto di tutti gli esseri creati nel tempo e nello spazio, e di tutte le forme che li muovono in un armoniosissimo tutto; che gli attributi delle Persone suonassero chiari in quella triplice nota di potenza, di sapienza, d'amore, che è la favella dell'universo: mi pareva insomma che al mondo non ci fosse più bisogno d'altro libro, che del libro della natura. Oh! Lo studio della natura!… Potessi innamorarvene!»
«Tu ce ne hai innamorati», sclamò Giannina con entusiasmo.
«Fosse vero!» risposi. «Allora non avrei che da augurarvi la serenità della mente e l'innocenza del cuore, perché anche la parola della natura è buon seme che può essere mangiato sull'aperta via dagli uccelli, inaridire tra i sassi, morir sotto le spine… Ma addio! A ben rivederci a S. Martino!»
Citazioni su Antonio Stoppani
modifica- S'io non erro, il professore Stoppani fu il primo a cercare ne' tipi de' Promessi Sposi le persone reali, delle quali il Manzoni, avendole conosciute, si ricordava nell'immaginarli. (Angelo De Gubernatis)
Note
modifica- ↑ Da I primi anni di Alessandro Manzoni, IX, p. 91.
- ↑ Citazione del 1878. Citato in AA.VV., La fonte di Santa Caterina: dalle vecchie baite dei montanari, al grand hotel Clementi, ai padiglioni in stile eclettico, al tramonto di “un coin de paradis en Valteline” (Stefano Zazzi) (PDF), in Livio Dei Cas e Leo Schena (a cura di), Le acque dell’Alta Valtellina, Centro Studi Storici Alta Valtellina, Bormio, 2014. ISBN 978-88-97897-04-0
- ↑ Da Programma di gite alpine, in L'exemeron, vol. II, Unione tipografico-editrice, Torino, dicembre 1894, p. 542.
Bibliografia
modifica- I primi anni di Alessandro Manzoni, spigolature di Antonio Stoppani con aggiunta di alcune poesie inedite o poco note dello stesso A. Manzoni, Cogliati, Milano, 1894.
- Antonio Stoppani, Il bel paese, Giacomo Agnelli, Milano, 18813.
- Antonio Stoppani, Il Bel Paese, Cogliati, Milano, 190150.
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