Alfredo Signoretti
giornalista e insegnante italiano (1901-1971)
Alfredo Signoretti (1901 – 1971), giornalista e insegnante italiano.
Citazioni di Alfredo Signoretti
modifica- Guadalajara! Il nome del villaggio dell'altopiano della Vecchia Castiglia si individua sempre meglio nelle vicende della guerra di Spagna. Esso fu immediatamente sfruttato dalla canéa internazionale antifascista come una pagina di disonore per le virtù militari degli italiani; la parola d'ordine fu, la disfatta di Guadalajara; i termini di raffronto furono Adua, l'Adua del 1896, e molti giunsero a parlare di Caporetto. Era la rabbiosa vendetta di quanti nemici dell'Italia e del Fascismo non avevano voluto inchinarsi dinanzi alle più splendide e decisive vittorie della guerra mondiale, Piave e Vittorio Veneto, e soprattutto non riuscivano a digerire, col fiele sulle labbra la superba, inimitabile prova etiopica dove l'eroismo dei soldati, la sapienza dei condottieri, la minuziosa e gigantesca preparazione logistica crearono il più perfetto esempio di impresa militare intercontinentale.[1]
Italia e Inghilterra durante il Risorgimento
modifica- Giorgio Canning, di tempra straordinaria, possedeva la dote prima del genio politico, la dote cioè di valersi di tutte le forze esistenti al fine della grandezza della propria nazione, senza preconcetti; così agiranno poi Cavour e Bismarck. E come all'interno, senza distaccarsi dal suo partito, il tory, fu favorevole ad un indirizzo più liberista nel campo economico e doganale, così all'estero si valse del liberalismo e della rivoluzione per sollevare l'influenza politica e commerciale inglese tanto nel Nuovo Mondo quanto nell'Oriente mediterraneo. (cap. I, p. 22)
- Siamo dinanzi ad uno dei capitoli più tristi ed amari della storia del nostro Risorgimento; siamo certamente dinanzi al capitolo che forse unico getta un'ombra sul genio realizzatore del conte di Cavour. Intendiamoci; le difficoltà erano immense; il momento delicatissimo e noi ragioniamo col famoso senno di poi; tuttavia ogni volta che abbiamo affrontato, e dai più diversi angoli, l'esame della cessione di Nizza e Savoia, siamo rimasti sempre perplessi nel giudizio definitivo. Le pressioni di Parigi furono insistenti e opprimenti mentre i corpi d'armata francesi restavano ancora accampati in Lombardia; nelle fasi decisive dei negoziati Napoleone e Thouvenel non mancarono di ricorrere agli argomenti duri delle minacce e tutto appariva fluido all'intorno; ma tenuto conto di ogni motivo giustificatorio ci rimane sempre nel fondo dell'animo questa impressione: Cavour non si batté con convinzione ostinata per impedire la cessione delle due province sabaude. (cap. V, pp. 235-236)
- Il Risorgimento italiano, compiuto da una minoranza dinamica, spesso fra l'apatia o il clamore passeggero delle folle, offre tuttavia diversissimi quadri nel suo svolgimento sì da costituire l'evento più caratteristico e quindi il più poetico della storia del secolo XIX dopo la caduta di Napoleone. (cap. VI, p. 258)
Note
modifica- ↑ Da Guadalajara. Vittoria italiana che gli eventi non permisero di sfruttare a fondo, in La Stampa, 18 giugno 1937, p. 1.
Bibliografia
modifica- Alfredo Signoretti, Italia e Inghilterra durante il Risorgimento, Istituto per gli studi di politica internazionale, 1940.
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