Alessandro Scarlatti
compositore italiano
Alessandro Scarlatti (1660 – 1725), compositore barocco italiano.
Citazioni su Alessandro Scarlatti
modifica- A dì 27 gennaio 1679. E fu resoluto nel modo di tenere circa l'elezione de li M.ri di Cappella che devono fare l'Oratorii nelli cinque Venerdì di Quaresima. […] si pensava per parte del Sig. Duca Altemps di valersi del Sig. Foggia, il Sig. Duca D'Acquasparta il Sig. Don Pietro Cesi, il Sig. Duca di Paganica il Scarlattino alias il Siciliano [...] (documento della Arciconfraternita del SS. Crocifisso, 1679)
- Alessandro Scarlatti è un grand'uomo, e per essere così buono, riesce cattivo perché le compositioni sue sono difficilissime e cose da stanza, che in teatro non riescono, in primis chi s'intende di contrapunto le stimarà; ma in un'udienza d'un teatro di mille persone, non ve ne sono venti che l'intendono. (Francesco Maria Zambeccari)
- Audace genio, univa alla ricchezza ed all'arditezza dell'immaginazione un sapere esteso. Le sue modulazioni, spesso inattese e delle più ardite, erano sì ben preparate e disposte, che si rendevano di facile esecuzione per le voci e di piacevole e maraviglioso effetto a chi le ascoltava. (Francesco Florimo)
- [Commentando ironicamente il Mitridate Eupatore] Che sia musica soave | spirti rei negar nol ponno | Se negli occhi a chi non l'have – | introduce un dolce sonno. (Bartolomeo Dotti)
- Egli ha indubbiamente i maggiori meriti come compositore teatrale, anzi, i suoi meriti in questo campo sono tali che molti hanno negato perfino aver egli mai scritto per clavicembalo. Il dubbio ha potuto nascere quando si è scoperto che alcune composizioni attribuite ad Alessandro erano invece del figlio Domenico; ma è avvenuto anche il contrario. (Attilio Brugnoli)
- La scuola dello Scarlatti, ha stabilita la musica pratica su basi razionali, ferme, armonizzanti coi postulati più accettati dalla estetica, e con la melodia e col canto l'ha avviata sui fioriti sentieri della poesia, ben diversi dalle viottole scabrose e cieche per le quali (e a gran fatica!) si trascinò sempre la musica delle teoriche. (Girolamo Alessandro Biaggi)
- Nel pubblicare le biografie di tutti i grandi maestri compositori educati nei nostri Conservatorii[1] [di Napoli], sono stato alquanto in dubbio se vi si dovesse o pur no aver luogo quella del cav. Alessandro Scarlatti. Ma considerando che la musica va a lui di molto debitrice, ch'egli ne è stato il primo restauratore, ed il maestro da cui tutti gli altri possono dirsi derivati, mi è sembrato che il cav. Alessandro Scarlatti, anziché essere omesso, dovesse prima d'ogni altro venirvi compreso. (Francesco Florimo)
- Ei comprese che la forza dell'arte musicale consisteva nella melodia; così introdusse nel contrappunto la chiarezza, l'espressione, l'eleganza, conservando sempre la semplicità e la nobiltà.
- Pennelleggiatore sommo degli affetti dell'animo, li seppe esprimere con verità ed energia; per questo diminuì notabilmente le fughe, le controfughe, i canoni e tante altre leziosaggini di stile che, se palesavano la scienza dei maestri, nuocevano sempre all'espressione.
- Viene rimproverato allo Scarlatti di aver spesso sacrificato la musica alla poesia, fermandosi con compiacenza su ogni parola isolata, più inteso forse ad esprimere il valore dei vocaboli di quello che lo spirito generale della frase; se tal cosa è leggera imperfezione rimane ben nascosta da una modulazione ardita e dalle dissonanze, di cui lo Scarlatti usò largamente senza mai ferire l'orecchio, ma adoperandole quasi come pungoli per destare l'attenzione degli spettatori dopo una successione di accordi perfetti.
Note
modifica- ↑ Cenno storico sulla scuola musicale di Napoli, 2 voll., Tipografia di Lorenzo Rocco, Napoli, 1869-1871.
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