Alessandro Sanquirico

scenografo, architetto e pittore italiano

Alessandro Sanquirico (1777 – 1849), scenografo, architetto e pittore italiano.

Alessandro Sanquirico

Citazioni su Alessandro Sanquirico

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  Citazioni in ordine temporale.

  • Quando la maestria e l'operosità del nostro Sanquirico erano più che mai in auge, e uscivano dalle sue mani decorazioni e pitture sempre più belle e variate, avvisarono taluni di poter abbattere la rinomanza sua, dando ad intendere alla credula gente, che tutto questo sortisse da un fondo di disegni a lui pervenuto dal defunto suo compagno il famoso pittore Perego (come se questi per profetica visione avesse potuto preparare appunto gli abbozzi di quante decorazioni per molti e molti anni appresso venir doveano allogate al Sanquirico); ma questa ridicola, al par che calunniosa insinuazione, cade da sé sotto il martello della logica più usuale, né val la pena di porsi a confutarla, se anche tuttavia facesse breccia, per avventura, nella babbuaggine di alcuni così detti cianciabeoni.
  • Dopo il suo ritirarsi dall'opera, meglio ancora concluderemo sull'apprezzamento degli alti pregi di questo pittore. Difatti (per dire della sua maestria come scenografo, architetto, e pazientissimo dirigente di tutto l'apparato scenico) basti il notare, che dopo la sua dipartita dalla Scala non più si vide a questo teatro un solo telone perfettamente collocato a piombo, e rasente, come si deve, l'impancatura della scena, ma, all'opposto, sempre mantenuta una tal separazione fra l'assito ed il telo del dipinto, da lasciar travedere i calzari non solo, ma le gambe ancora di quelle o quelli che dietro la decorazione passeggiano.
  • Nel febbraio di quest'anno 1849, in età avanzata, ma in aspetto di ancor vegeta salute, moriva questo preclaro cittadino di un modo inaspettato al par che strano. Ci pare che, accostumato qual era a corroborarsi di volta in volta per la giornata lo stomaco infievolito con alcun liquore spiritoso, serbasse alcune fiale di tal genere sul suo deschetto da camera, ove altresì posavano diverse ampolline di liquidi forti che all'incisione ed ai ristauri dei dipinti si adoperano, e che per sbaglio o distrazione, sentendo volontà di ristorarsi, desse mano a un vasello d'acido vetriolico e ne trangugiasse un buon dato; ghermito allora da istantanei e feroci dolori, in tale stato venne subito ridotto, da non poter far uso della parola, e a malo stento coi cenni poté porgere alcun incerto indizio dell'accaduto; gli si prestarono all'istante le cure più sollecite, ma tutto fu vano, e in poche ore spirò.

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