Alessandro Ademollo

scrittore italiano

Alessandro Felice Ademollo (1826 – 1891), scrittore italiano.

Autografo dello scrittore

Citazioni di Alessandro Ademollo

modifica
  • Avvicinandosi il 1693, Innocenzo XII cominciò a manifestare le sue intenzioni poco benevole verso i teatri con imporre per il Tordinona e il Capranica la tassa di «un giulio per bullettino per li poveri andati ad abitare al palazzo di S. Giovanni Laterano.» Fu dunque lui l'inventore della tassa dei poveri, flagello di tanti teatri.[1]
  • Giuliano Dami e i ruspanti furono il gran soggetto della cronaca e della maldicenza fiorentina al tempo di Gian Gastone (1723-1737)[2]. Del Dami tanto è stato detto che sarebbe superfluo dirne di più. Quantunque venuto su peggio che dal nulla, costui non mancava di un certo spirito; all'odio della cittadinanza fiorentina rispose col farsi fare cittadino nella circostanza dello Squittinio[3], dopo di che compose il suo stemma gentilizio che sono tre pezzi di catasta come si vede sopra la lapide della sua nuova tomba compra et eretta in S. Maria del Carmine. Così l'anonimo cronista, il quale avverte come coi tre pezzi di catasta il Dami volesse ricordare il prisco mestiere suo e dei suoi di fare erba e legna al bosco.[4]
  • Uno dei lati più caratteristici della figura di quello stranissimo principe che fu Gian Gastone [de' Medici] era il disprezzo per quasi tutti i ministri del suo governo e per la nobiltà fiorentina, che per lui divenivano spesso e volentieri soggetto di burletta.[5]

I primi fasti della musica italiana a Parigi (1645-1662)

modifica
  • Matematico, poeta, pittore, architetto e meccanico, tutte le sue forze scientifiche[6] ed artistiche [Giacomo Torelli] applicò all'invenzione ed al perfezionamento dei congegni nei meccanismi scenici. (p. 23)
  • Che fortuna per il Torelli di aver lavorato per un uomo cui il genio permetteva la generosità di render giustizia anche agli altri! Col benservito del Corneille in tasca[7], il Torelli può sfidare l'oblio dei posteri, i quali pur troppo non lo conoscono gran fitto; in Italia anche meno che altrove. (p. 24)
  • Nel tempo istesso che Jacopo Torelli a Parigi, il fiorentino Braccio Del Bianco compieva a Madrid meraviglie di meccanismi e di decorazioni sceniche tali da farlo sospettare in cooperazione col diavolo. Ma a lui invece del ricordo glorioso negli scritti d'un gran poeta[8], toccava la morte pel veleno fattogli propinare dall'invidia o dal bigottismo. (p. 24)
  • Malgrado tutte le belle cose riferite dallo Chouquet[9], malgrado il favore del Re e dei cortigiani, è un fatto che i melodrammi e i cantanti italiani furono sempre in uggia al vero pubblico parigino, anche ristretto a quella parte di uditori che senza possedere cariche od uffizi di corte, potevano intervenire alle rappresentazioni nei teatri dei regi palazzi. (p. 88)
  • [...] i parigini hanno conservato il loro sacro orrore per le novità teatrali di conio forestiero. Un'accoglienza simile a quella riferita dal Perrin per gli artisti italiani, toccò due secoli più tardi (1861) al Tannhäuser di Riccardo Wagner. Anzi il gran novatore musicale tedesco, nonostante la protezione sovrana, ebbe anche le fischiate e le merangole[10]. (p. 89)
  • Esaltate quanto volete il Cambert[11], magari il Sablières[12] ed altri compositori francesi, se vi è possibile dissotterrarne altri, vituperate il Lulli nei suoi maneggi d'impresario teatrale, accusatelo assassino del suo rivale Cambert, ma tali esaltazioni e tali vituperi, anche se avessero base di verità storica, non gioverebbero a nulla nella questione ormai risoluta da due secoli con le date, il numero ed il valore delle Opere musicali dovute al gran compositore italiano. (p. 91)
  1. Da I teatri di Roma nel secolo decimosettimo, L. Pasqualucci editore, Roma 1888, cap. XXI, p. 187.
  2. Nel testo "1823-1737".
  3. Alterazione antiquata di "scrutinio".
  4. Da Corilla olimpica, C. Ademollo e C. editori, Firenze, 1887, cap. I, p. 4.
  5. Da Corilla olimpica, C. Ademollo e C. editori, Firenze, 1887, cap. I, p. 6.
  6. Nel testo "scentifiche".
  7. Torelli aveva collaborato con il drammaturgo francese per l'Andromeda, rappresentata nel 1650 al Petit-Bourbon.
  8. Pierre Corneille.
  9. Adolphe-Gustave Chouquet (1819 – 1886), musicologo e critico musicale francese.
  10. Arance.
  11. Robert Cambert (1628 – 1677).
  12. Jean de Granouilhet de Sablières (1627 –1700?).

Bibliografia

modifica

Altri progetti

modifica