Alba Donati
poetessa e critica letteraria italiana
Alba Donati, pseudonimo di Alba Franceschini (1960 – vivente), poetessa e critica letteraria italiana.
Intervista di Geraldina Fiechter, lanazione.it, 10 maggio 2022.
- [Sui motivi che l'hanno spinta nel 2020 ad aprire una libreria a Lucignana, un borgo di 180 anime in provincia di Lucca] I rapporti con le persone, intanto. Ho scritto più di una poesia su questo, ma provarlo sulla propria pelle è stata una cosa incredibile: vivere qui è come stare non in un paese ma in una stanza di una grande casa. Se apri la finestra qualcuno ti saluta, ti interpella, se hai fame ti porta da mangiare, se hai bisogno apri la porta e sei in una famiglia. C'è un filo che tiene insieme i giovani e i meno giovani, una coesione di cui poi è difficile non sentire la mancanza.
- [Ha avuto una vita difficile, faticosa e con molti ostacoli, come racconta nel libro [La libreria sulla collina], fra cui anche una violenza sessuale, l'incontro con la malattia di sua figlia operata due volte al cuore, e un'importante depressione. Cosa l'ha salvata?] Ognuno si salva da solo, e se lo vuole. I libri, intanto, mi hanno salvato molto. Poi Lucia, la psicoanalista. E sì, la vita del paese. Perché come dice un mio amico poeta, ci si salva solo se si è avuto una famiglia unita oppure origini umili e contadine. Io la seconda.
- [La poesia non salva?] Certo, scrivere e trovare le parole per raccontare quello che ci succede è sempre salvifico. Scrivere lo paragono spesso a un parto, un figlio, qualcosa che si muove dentro di te e che partendo da un'immagine o una parola esce come qualcosa di strutturato senza che te ne accorga. E quando metti fuori quel masso che ti stava dentro, sei già su un percorso di guarigione.
- [C’è una differenza di genere, uomini e donne, in poesia?] Una differenza c'è, le donne sono state zitte per tanto tempo, sono state destinate ad altro, e quando si sono messe a scrivere hanno cominciato a raccontare un mondo nascosto, un punto di vista fino a quel momento sconosciuto. In questo senso sì, c'è uno specifico femminile. Mi viene in mente Il Canto di Penelope, il libro di Margaret Atwood: siamo abituati al punto di vista di Ulisse, ma c'è anche quello di Penelope che dice ma come, sono stata sola trent'anni, ho creato le mie relazioni, il mio mondo, e tu Ulisse torni e uccidi tutti?
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