Abd al-Aziz dell'Arabia Saudita

re dell'Arabia Saudita

ʿAbd al-ʿAzīz ibn ʿAbd ar-Raḥman ibn Fayṣal Āl Suʿūd (1876 – 1953), fondatore e primo sovrano del moderno regno dell'Arabia Saudita.

Abd al-Aziz (1940 circa)

Citazioni su Abd al-Aziz modifica

Arnaldo Cipolla modifica

  • Che cosa ha fatto Ibn Saud per dominare con le città del Negd e dell'Hedgiaz anche il deserto dei beduini? Una cosa semplicissima: ha monopolizzato l'introduzione e l'impiego dei mezzi moderni di dominio a suo esclusivo vantaggio. In primo luogo l'auto, le mitragliatrici, la radio. Scartò l'aeroplano. Gli parve sacrilego dinanzi all'ortodossia del Corano, legge fondamentale ed unica dello Stato. Gli uomini non debbono spostarsi nei cieli sorvolati dagli arcangeli piloti del trasporto aereo della «Kaaba». Con l'auto abolì le distanze fra le città e con la vettura a motore armata sgominò la tracotanza beduina. Che possono i beduini montati sui loro «bevitori di vento» (i cavalli d'origine pura) o sui cammelli, contro le mitragliatrici dei carri armati? Le stazioni radio – superfluo accennarlo – gli permisero di distendere su tutto il Regno una rete di comunicazione insuperabile per controllare nomadi e sedentari.
  • Il volto olivastro e sorridente di Ibn Saud incorniciato dalla barba corta, con il naso pronunciato ma regolare, la bocca mobile, piena, ma non pesante, gli occhi nerissimi, traduce energia e simpatia. Egli è copiosamente profumato ed i gesti delle sue belle mani sono straordinariamente eloquenti.
  • L'uomo del destino, giudicato a prima vista, dai suoi sistemi di governo, sembra uno spaventevole retrogrado. Intendo morale, perché qui si vive sotto il dominio assoluto della legge coranica pura, benché tanto nell'Hedgiaz come nel Negd i progressi materiali dell'incivilimento, dalla radio alle armi automatiche, trionfino. Ma Ibn Saud manda i suoi ministri al Cairo e li autorizza a concedere interviste nelle quali essi dimostrano, come due e due fanno quattro, che il ritorno alla legge coranica extrapura, il vahabismo insomma, è l'unico modo per restituire all'Arabia la sua grandezza.

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