5 cm al secondo

film di animazione del 2007 diretto da Makoto Shinkai
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5 cm al secondo

Immagine 5cm per second logo.svg.
Titolo originale

秒速5センチメートル
Byōsoku go senchimētoru

Lingua originale giapponese
Paese Giappone
Anno 2007
Genere animazione
Regia Makoto Shinkai
Soggetto Makoto Shinkai
Sceneggiatura Makoto Shinkai
Doppiatori originali
Doppiatori italiani

5 cm al secondo, film d'animazione giapponese del 2007, regia di Makoto Shinkai.

Akari: Sai, è di 5 centimetri al secondo.
Takaki: Cosa?
Akari: La velocità a cui cadono i fiori dei ciliegi. 5 centimetri al secondo.

  Citazioni in ordine temporale.

  • Vedi, sembra quasi neve: non ti pare? [...] Ciao Takaki. Spero che anche l'anno prossimo potremo guardare i fiori di ciliegio insieme. (Akari, porgendo la mano ai petali di ciliegio che cadono)
  • Io e Akari avevamo molte cose in comune. Un anno dopo il mio arrivo a Tokyo Akari fu trasferita nella mia classe; siccome eravamo tutti e due un po' piccoli per la nostra età e spesso malati, durante la ricreazione andavamo in biblioteca e così è stato naturale diventare amici, e per questa ragione gli altri ci prendevano in giro.[1] Eppure, finché eravamo insieme, queste cose non ci spaventavano per niente. (Takaki)
  • Tenevo la cornetta così stretta all'orecchio che mi sembrava di sentire il dolore di Akari attraverso il telefono, ma non potevo fare niente. (Takaki, quando Akari gli comunica che dovrà trasferirsi)
  • Ogni stazione sembrava incredibilmente lontana dall'altra e ogni volta il treno si fermava un'eternità. Dal finestrino vedevo un paesaggio coperto di neve come non ne avevo mai visti. Il tempo non passava mai, avevo mal di stomaco per la fame: tutto ciò accentuava il mio senso di solitudine. (Takaki)
  • Quel giorno, il giorno della sua telefonata, non avevo confortato Akari che doveva sentirsi ancora più sfortunata di me, e di questo mi vergognavo. (Takaki)
 
Un treno in servizio durante una nevicata
  • Il treno restò fermo due ore in mezzo al nulla, ogni minuto sembrava un'eternità. Il tempo si era messo contro di me e fluiva lentamente; stringevo i denti e cercavo di sopportare tutto senza scoppiare a piangere. Akari, spero solo che perlomeno tu sia tornata a casa. (Takaki)
  • Dev'essere un viaggio incredibile, nella solitudine più assoluta: continuare ad avanzare con coraggio nella totale oscurità, incrociando solo qualche atomo di idrogeno smarrito e niente altro, spinti solo dalla convinzione che laggiù, in fondo a quell'abisso, devono esserci i misteri dell'universo e cercare di avvicinarli. Fino a dove si andrà, fino a dove si può arrivare... ci sarà un limite? (Takaki, pensando al razzo che sta per partire per lo spazio)
  • Sforzarsi disperatamente di tendere la mano attraverso un cielo misterioso, lanciare quella massa enorme verso qualcosa di così tremendamente lontano... Ormai cominciavo a capire, c'era un motivo preciso per cui Takaki mi sembrava tanto differente dagli altri, e però mi rendevo conto che lui non mi poteva vedere. Per questo quel giorno non ho potuto confessargli niente. (Kanae, dopo aver assistito alla partenza del razzo con Takaki)
  • Ieri ho sognato il passato, quando eravamo solo dei ragazzini tutti e due. Sicuramente è stato per la lettera che ho trovato.[2] (Akari)
  • Il solo fatto di vivere riserva delle montagne di tristezza: nei panni stesi al sole, nello spazzolino da denti sul lavandino, nei messaggi di un telefonino... "Ti amo ancora": ecco cosa mi aveva scritto nel suo messaggio quella ragazza che avevo frequentato per tre anni, ma anche se ci siamo scambiati mille messaggi i nostri cuori non si sono avvicinati di un millimetro. (Takaki)

Dialoghi

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  Citazioni in ordine temporale.

  • Akari: Vedi quell'albero?
    Takaki: È quello della lettera?
    Akari: Sì, è il ciliegio. Ti ricordi? Dicevamo che sembrava neve.
    Takaki: Sì, mi ricordo.
    [Takaki e Akari si baciano; Takaki riporta i suoi pensieri]
    Takaki: In quel momento mi è sembrato di capire dove si trovano le cose che chiamiamo "eternità", "cuore", "anima"; mi sembrava di condividere con lei tutto quello che avevamo vissuto nei nostri tredici anni di vita, ma poi l'istante seguente fui preso da una tristezza infinita. Il calore di Akari, la sua anima, dove potevo portarle, cosa potevo fare, non ne avevo idea. E così, quasi d'improvviso, mi resi conto che io e Akari non potevamo restare insieme [...] eppure l'angoscia che mi opprimeva incominciò a sciogliersi dolcemente e lasciò il suo posto alla dolcezza delle labbra di Akari.
  • Takaki: Ciao Kanae, torni a casa?
    Kanae: Sì, anche tu?
    Takaki: Sì. Torniamo insieme?
    Kanae [pensando]: Se avessi avuto una coda come i cani, credo che non avrei potuto fare a meno di agitarla per la felicità. Ho pensato con sollievo che per fortuna non ero un cane.
 
Ciliegi in fiore al Queen Elizabeth Park di Vancouver

[Fasi pronunciate alternativamente da Takaki e Akari]

Ieri ho fatto un sogno. [detta da Takaki]
Ho sognato un tempo lontano. [detta da Akari]
In questo sogno, noi due avevamo tredici anni. [detta da Takaki]
Là, in un grande prato coperto di neve, [detta da Akari]
si vedevano solo le luci di qualche casa sparsa qua e là. [detta da Takaki]
Intorno c'erano solo le tracce dei nostri passi sulla neve fresca, e così [detta da Akari]
eravamo tutti e due sicuri [detta da Takaki]
che un giorno avremmo rivisto insieme [detta da Akari]
i ciliegi in fiore. [detta da Akari e Takaki all'unisono]

  1. In questo punto del film Takaki cancella dalla lavagna un Ai ai gasa, un simbolo paragonabile al cuore trafitto da una freccia della cultura occidentale. Per approfondire vedi la voce corrispondente su Wikipedia.
  2. La lettera che Akari non riuscì a consegnare a Takaki quando si incontrarono sotto la neve.

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