Walter Leistikow

pittore tedesco

Walter Leistikow (1865 – 1908), pittore tedesco.

Walter Leistikow

Citazioni su Walter Leistikow modifica

  • Davanti al suo grande quadro Bosco e lago io ho la sensazione massima del tramonto nella selva tranquilla e sulle acque. I tronchi dei vecchi alberi che attorniano lo stagno sono rossi e grossi tra il verde cupo del fogliame, come appariscono davvero in certe silenziosità solenni della luce, e le acque sono penetrate di cerchi rosei; e i profili degli alberi e dei cerchi acquei sono espressi con una linea tipica e unanime, donde la figurazione trae una profondità e una significazione grandiosa, strana, completa. E così pure l'altro quadro Paesaggio, dove invece predomina una certa serenità ampia e triste, determinata specialmente dalle curvature azzurre e simmetriche che disegnano e spaziano con graduale rilievo gli alberi. Tali contorni, tali segni del Leistikow, di una solidità e di una consistenza efficacissima, espressi con un color forte, immune quasi da biacca, contribuiscono a spaziare, ad allontanare i fondi, partecipano alla vita del quadro formandone la ossatura, caratterizzandone il sentimento. (Mario Morasso)
  • Egli è il simbolista del paesaggio; egli ne sa raccogliere gli elementi essenziali eterni; con essi ne costruisce quasi un archetipo, talché la natura sembra derivare dal dipinto e su di esso modellarsi; più che ispirata quest'arte mi appare inspiratrice. (Mario Morasso)
  • L'importanza che assume l'arte di Walter Leistikow va rendendosi ogni dì più considerevole. Ora come ora, egli è il solo paesista berlinese che abbia uno stile suo proprio e che accoppii forse a tutte le doti di serietà, di convincimento e di intimo e profondo senso della composizione tedesca, la grazia, il fascino, la semplicità e la naturalezza dei coloristi francesi. Il suo lago di Grunewald, tra i pini inondati da una chiarità grigia ed argentea, è cosa assolutamente bella e può venire considerata come sintesi del paesaggio prussiano, troppo a lungo disdegnato dagli artisti e calunniato dai letterati. (William Ritter)

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