Voyager (programma televisivo)

Voyager, programma televisivo italiano.

Citazioni su Voyager

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  • I valori della scienza, a differenza da tutti gli altri, sono quasi completamente assenti dal video in generale, e dai programmi Rai in particolare. Quando non sono addirittura sbeffeggiati e insultati: ad esempio, in Voyager, un programma che grida vendetta, oltre che compensazione e par condicio! (Piergiorgio Odifreddi)
  • La domanda che spesso mi faccio è questa: ma dopo la strepitosa parodia di Maurizio Crozza – «Kazzenger, il programma dove la scienza è a suo agio come un pupazzo di neve in un altoforno» – Roberto Giacobbo riesce ancora ad andare in onda? Riesce ancora a prendersi sul serio? Come fa a restare impassibile quando racconta di un militare risucchiato da una turbina d'aero e rimasto incredibilmente illeso? Ci dev'essere stato un tempo in cui la parodia annientava la propria «vittima», adesso il ridicolo attacca tutto e non distrugge niente. [...] La disseminazione dei contenuti tv su molte piattaforme non fa altro che amplificare questa corrente vorticosa che scalza dal suo appoggio ogni personaggio, ogni argomento, e lo trascina in un vortice dove la beffa è anche celebrazione. Se il compito della parodia è quello di rovesciare i termini, rendere cioè sbilenco il dritto, slabbrato il compatto, banale il grave, con la tv nulla è più ciò che dichiara di apparire. «Voyager» è la riprova che lo sberleffo di Crozza serve anche a rendere dritto lo sbilenco, compatto lo slabbrato e, soprattutto, grave il banale. (Aldo Grasso)
  • Ma lasciamo Nostradamus e andiamo da Niccolò Paganini anche perché dopo ci aspetta il robot a Genova ma prima facciamo scalo a New York. Non è un monologo di [Corrado] Guzzanti, è, più o meno, la scaletta della prima puntata del nuovo ciclo di Voyager [...]. Roberto Giacobbo, a scelta, o vede lontanissimo oppure, anche più di prima, assembla cose e viaggi a cavolo e poi un modo per tenere tutto insieme lo trova. Ma attenzione alle facili ironie [...] capitandoci dieci minuti per zapping e poi fuggendo, ritornando dopo, Giacobbo alla fine centra vagamente l'indefinito, tipo consumo web, quello in cui guardi tutto insieme, non sai quello che guardi e alla fine sei pure soddisfatto. (Antonio Dipollina)
  • I casi sono due. Alla redazione di Voyager non sanno cos'è Google, oppure prendono volutamente per i fondelli i creduloni che seguono la trasmissione. Questa è disinformazione pagata dai contribuenti. E poi ci chiediamo perché girano le storie più sceme sui pianeti in collisione e i calendari Maya e i giovani non conoscono la scienza e s'angosciano per i video dei cellulari che fanno il popcorn. Semplice: perché trasmissioni come Voyager imbottiscono loro la testa di cretinate. Perché Voyager non alza le chiappe e va ad indagare i misteri veri della scienza? Luci di Hessdalen [...], i risultati delle sonde Viking su Marte che sembravano indicare tracce chimiche di vita, le sonde Pioneer deviate fuori rotta da una forza sconosciuta, la macchina di Anticitera... queste sono solo le prime che mi vengono in mente. No, eh? Troppa fatica. Molto più comodo riciclare la pappa pronta rigurgitata da qualche sito o libercolo di pseudoscienza, senza neppure fare una Googlata preliminare prima di aprir bocca, e al diavolo le conseguenze.
  • I più grandi propagatori di balle sono i media tradizionali, per incompetenza o per calcolo [...]. Programmi di panzane totali come Voyager [...] non sono video fatti da acerbi Youtuber: sono produzioni professionali delle reti televisive mainstream. E raggiungono, ad ogni puntata, un numero di persone che fa impallidire qualunque sito Internet.
  • Secondo il suo modello ben collaudato, Voyager si para le spalle mettendo il tutto in forma interrogativa, dimenticandosi che il compito del giornalismo non è fare domande, ma trovare risposte. Le domande le fanno anche i bambini.

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