Utente:Raoli/Vetrina/Tito Livio/Presentazione
Tito Livio (59 a.C. – 17 d.C.)
Storico romano.
- È la storia di una città che, partita da modestissimi inizi, è tanto cresciuta da essere ormai oppressa dalla sua stessa grandezza.
- In un popolo libero hanno più potenza i comandi delle leggi che non quelli degli uomini.
- È migliore e più sicura una pace certa che non una vittoria soltanto sperata. (attribuita ad Annibale)
- Nessuna legge è ugualmente vantaggiosa per tutti: bisogna piuttosto chiedersi se fa gli interessi della maggioranza e da un punto di vista generale. (attribuita a Catone)
Incipit di Ab urbe condita
- Non so se vale davvero la pena raccontare tutte le vicende del popolo romano fin dai primordi di Roma. E quand'anche ne fossi convinto, non oserei affermarlo apertamente. Mi rendo ben conto infatti che questa è materia antica e già sfruttata; e poi, di continuo, si fanno avanti nuovi storici che presumono di apportare qualche dato più sicuro agli eventi narrati o di superare con il loro stile più raffinato il rozzo narrare degli antichi.
Citazioni su Tito Livio
- Le vicende, liete e dolorose, dell'antico popolo romano furono tramandate da illustri scrittori e a narrare dei tempi di Augusto non mancarono splendidi ingegni. (Tacito)
- Non vi è prova che egli considerasse la storia dei re più autentica di quanto la ritenesse Cicerone. Ma doveva narrarla. Abbandonando la leggenda, egli si tuffa nel romanzesco, senza avere la capacità di farne emergere i fatti certi. E sebbene nei libri seguenti Livio si muova su basi più sicure (e la guerra annibalica gli sia congeniale), egli è tradito dalla specifica ignoranza della politica e della vita militare, dalla mancanza di principî critici, e, soprattutto, dall'incapacità di dare forma e struttura al materiale. Forse il meglio è andato perso. (Ronald Syme)