Universo di de Sitter

Universo descritto da una soluzione delle equazioni di campo di Einstein

Citazioni sull'universo di de Sitter.

  • Poiché presuppone che la densità di materia sia nulla, il modello [statico] di de Sitter non può rappresentare l'evoluzione completa dell'Universo reale. Ha, però, il vantaggio di mostrare l'effetto della costante cosmologica sull'espansione dello spazio. L'universo di de Sitter è "movimento senza materia". È stato riutilizzato a sostegno della teoria della creazione continua e, più di recente, per descrivere la fase di inflazione a espansione rapidissima che si ritiene abbia avuto luogo nei primi istanti dell'Universo. (Jean-Pierre Luminet)
Evoluzione dell'universo di de Sitter (linea blu in alto) comparata con altri modelli
  • Il più semplice spazio-tempo con curvatura positiva è detto spazio di de Sitter, da Willem de Sitter, il fisico olandese che lo ha teorizzato. Molti cosmologi credono che l'universo delle origini fosse simile a uno spazio di de Sitter, e a causa dell'accelerazione cosmica anche il futuro remoto potrà essere uno spazio di de Sitter.
  • Il più semplice spazio-tempo con curvatura negativa è invece chiamato spazio anti-de Sitter. È simile allo spazio iperbolico, tranne per il fatto che contiene una direzione del tempo. A differenza del nostro universo, che si sta espandendo, lo spazio anti-de Sitter non si espande e nemmeno si contrae. Ha lo stesso aspetto in ogni momento. Nonostante la differenza lo spazio anti-de Sitter si rivela molto utile nei tentativi di formulare teorie quantistiche dello spazio-tempo e della gravità.
  • Nello spazio anti-de Sitter la fisica ha strane proprietà. Se fluttuassimo liberamente in un qualsiasi punto dì uno spazio anti-de Sitter ci sentiremmo come se ci trovassimo sul fondo di un pozzo gravitazionale. Ogni oggetto lanciato tornerebbe indietro come un boomerang, ma il tempo necessario sarebbe indipendente dalla forza con cui è scagliato. E più forte è la forza con cui lo si tira, più lontano arriverà prima del viaggio di ritorno. Se emettessimo un raggio di luce composto di fotoni che viaggiano alla massima velocità possibile (la velocità della luce), arriverebbe fino all'infinito e tornerebbe indietro in un intervallo finito di tempo. Ciò è possibile perché un oggetto subisce una sorta di contrazione dei tempi in misura tanto maggiore quanto più si allontana da noi.

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