Ulderico Munzi

giornalista e scrittore italiano

Ulderico Munzi (1932 – 2020), giornalista e scrittore italiano.

Citazioni di Ulderico Munzi

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  • [Su René Lacoste] Era stato una leggenda del tennis, pur avendo un fisico debole. Una leggenda che lui, in seguito, doveva come trasfondere nell abbigliamento creando la "polo" con il coccodrillo all'altezza del cuore. Si dice che l'avesse ideata per proteggersi dal freddo, per difendere la sua salute cagionevole. Oggi [...] sono l'emblema di un impero industriale che produce articoli di ogni genere. [...] Per anni, la "polo" Lacoste ha rappresentato uno status symbol, un segno di benessere condito di signorilità. Veniva ostentato con un pizzico di supponenza, un po' come i generali mettono in mostra i nastrini delle loro medaglie. Quel "crocodile" rappresentava la Francia, un misto di République, Marianne, Napoleone e giustificato orgoglio storico.[1]
  • [Sul caso Valenciennes-Olympique Marsiglia] L'Olympique, ormai, s'è giocata la propria reputazione [...]. In sintesi, l'Olympique è stato "condannato" agli occhi del mondo sportivo prima ancora che, sui fatti di corruzione, si pronunciasse la magistratura ordinaria. E con la squadra di Marsiglia, che ha vinto per cinque volte il campionato, s'è "squalificato" il calcio transalpino. Perché la gente dirà: se c'è del marcio nell'Olympique, c'è del marcio dappertutto. Inoltre, essendo gli "odi francesi" profondi e radicati nella dimensione sportiva come in quella sociale, ci sarà chi gioirà, nel suo intimo, dell'esclusione della squadra marsigliese dalla Coppa dei Campioni. Mors tua, vita mea.[2]
  • [Sul caso Valenciennes-Olympique Marsiglia] Non si sa bene se si voglia far fuori il Tapie politico o il Tapie presidente dell'Olympique. Entrambi, probabilmente. Perché l'Olympique è diventato una star grazie a Tapie che, a sua volta, se ne serve per puntare allo scanno di sindaco e, forse, allo stesso scanno presidenziale [...]. Il calcio come arma di killeraggio politico.[2]
  • René Lacoste era stato soprannomimato il "Coccodrillo" perché una volta azzannati gli avversari non li mollava più. Nei tornei internazionali di tennis sembrava addormentato, impacciato, poi, all'improvviso, scattava e metteva a segno ogni palla. Il suo apparente dormiveglia era, in realtà, un espediente per studiarli, per coglierne i segreti. E annotava su taccuini neri, a fine partita, tutti i loro difetti.[1]
  1. a b Da Addio monsieur Coccodrillo, Corriere della Sera, 14 ottobre 1996, p. 9.
  2. a b Da Il Marsiglia espulso dall'Europa, Corriere della Sera, 7 settembre 1993, p. 33.

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