Sylvie Menard (1948 – vivente), medico ed oncologa francese.

Intervista di Paolo Lambruschi, L'eutanasia? Via di fuga solo per i sani, Avvenire, 6 febbraio 2009.
  • Dalla vicenda di Eluana sembra che siano solo i cattolici a difendere la vita. Che non credenti e laici siano per la morte. Invece non deve essere così, la vita è un diritto che va difeso da tutti.
  • Eluana, poi, vive senza macchinari e non è ter­minale. Poiché la scienza non conosce il suo stato di coscienza, mi domando perché ucci­dere questa donna sia diventata la prova che l'Italia è un paese civile. Se vi sono dubbi sulla sua vita, non si risolvono ammazzandola.
  • Il cuore di Eluana batte e lei respi­ra. Come fa uno scienziato, un medico, ad af­fermare che non è viva?
  • Questa cul­tura mi fa paura perché rifiuta chi è diverso, il malato e assegna ai sani il diritto di decidere chi può vivere.
  • Se a una persona sana prospetti una fine sof­ferta, un'agonia dolorosa, affermerà che prefe­risce l'eutanasia. Ma in un paese davvero civi­le esistono alternative. Se una persona è de­pressa e vuole suicidarsi, non mi pare etico dar­le una mano e spingerla giù da un parapetto.
  • Sono sempre stata a favore del testamento bio­logico e dell'eutanasia. Ne avevo scritto uno pri­vato, ma l'ho strappato perché non voglio che ne venga fatto un uso improprio. Non voglio morire, voglio vivere fino all'ultimo. E credo che la scienza debba aiutare a curarmi.