Stella Matalon (1907 – 1987), scrittrice e critico d'arte italiana.

Peer Gynt spacciatore di frottole modifica

Incipit modifica

Quello che narrerò adesso, avvenne una certa mattina di non so quale anno, in un paese del Gudbransdal, remota regione perduta tra i fiordi della Norvegia.
Veramente chi raccontò a me questa storia fu un importante drammaturgo norvergese che si chiama Enrico Ibsen, il quale, a sua volta, l'ha saputa ascoltando la sua nonna nelle lunghe sere d'inverno accanto al focolare.
Enrico Ibsen è un grande scrittore e le cose le sa raccontare, io farò del mio meglio per ripetervele così come le ho udite.
Dicevo dunque che una certa mattina, in un paesino del Gudbransdal, due donne, che si recavano al mulino, udirono da lontano chiamare e lamentarsi:
– Aiuto, aiuto! Mi viene il capogiro! –
Accorsero nella direzione da cui proveniva la voce e che ti videro?
La vecchia comare Aase in cima al tetto della sua capanna che gridava con quanto fiato aveva in corpo e si torceva le mani dalla disperazione.
– Misericordia! Siete ammattita? Che fate lassù, comare Aase?
– Datemi una scala, presto, fatemi scendere. Ah, quel briccone di Peer! dovrà fare i conti con me!
– Venite! Venite! Udite! Anche questa ha combinata Peer! –

Citazioni modifica

MORTE DELLA MAMMA
E cammina; cammina, ogni passo che lo allontanava da Solveig, gli accresceva il dolore.
Che fare?
Ciò che fa ognuno quando è disperato: tornare dalla mamma.
. Vi giunse col cuore in gola.
Era sera. Alcuni tronchi bruciavano nel camino. Il gatto era accovacciato su di una sedia. La stanza era vuota. Che squallore!
In un angolo Aase malata respirava affannosamente.
Peer le si avvicinò. Sedette al capezzale. Le scaldò i piedi con le mani.
Avrebbe voluto (oh, come avrebbe voluto!) infonderle vita col suo fiato, ma non poté fare altro che inghiottire le lacrime che gli facevano nodo in gola, per non rattristare la malata. [...] Mamma, partiamo ancora per il castello di Soria-Moria?
Ascolta.
Odi il nitrire dei cavalli? Ecco: queste due sedie saranno i nostri destrieri, con questa corda faccio le briglie.
Sei pronta? Sei ben coperta?
Sorridi? Oh finalmente!
Oop, Grane parti!

Nel castel di Soria-Moria
a un banchetto il Re si appresta.
Su, mettiamoci per via,
per assistere alla festa...

Siamo invitati tutti e due alla festa, lo sai?
Le vedi le finestre illuminate? Odi la musica?
Ecco: Presto! affrettati alla porta,

Grane, corsier mio ardito e bello
Tra la folla del castello
Peer Gynt sta per arrivar!

La sua vecchia mamma ei porta...
Come mai, signor San Pietro,
Vuoi che mamma torni indietro,
Mamma Aase lasci entrar?

Non la trovi facilmente
Chi l'eguaglia in Paradiso,
Quanto a me!...Basta l'avviso...
La mia via posso rifar,

Vi sarò riconoscente
Se da ber mi offrirete;
Altrimenti, mi vedrete
Lieto ripartir.

Ma mia madre con rispetto
Con onor vo' che si tratti,
Spesso è ver, con i miei atti
Io la feci indispettir.

La mia vecchia, sì l'ammetto,
Fu un po' strana e originale...
Però infine, tanto vale
Quanto un'altra di quassù...

Dunque, via signor San Pietro,
Basta! Compi il tuo dovere...
Tu ragioni da portiere.
Mamma Aase, lascia passar (Versione di D. Lanza, Ed. Garzanti) (p. 22-23)

  • Morire è dolce se si sa che l'anima è immortale. (p. 39)

Bibliografia modifica

  • Stella Matalon, Peer Gynt spacciatore di frottole, «Capolavori Brevi», Marzocco 1950.