Guy de Maupassant: differenze tra le versioni

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* Non ho paura d'un pericolo: se un uomo entrasse qui dentro lo ucciderei senza fremere. Non ho paura dei fantasmi; non credo al sovrannaturale. Non ho paura dei morti; credo all'annientamento definitivo di tutti gli esseri che trapassano. Allora?...già. Ebbene ho paura di me stesso, paura della paura; paura degli spasmi del mio spirito che si smarrisce, paura di questa orribile sensazione del terrore incomprensibile." (da "Lui?")
*I clienti dell’albergo entravano lentamente nella grande sala da pranzo e si sedevano.<br>I camerieri cominciarono a servire con la stessa lentezza, per permettere ai ritardatari di giungere in tempo, e per non dover più tardi recare una seconda volta le stesse vivande.<br>I clienti più vecchi guardavano a ogni schiudersi d’uscio il sopraggiunto, in attesa di un viso nuovo. E questa la maggior distrazione delle città climatiche. Si attende l’ora dei pasti per conoscere i nuovi villeggianti, per indovinare chi sono, ciò che fanno, ciò che pensano. Un desiderio nasce in noi: quello di incontri gradevoli, di conoscenze piacevoli, forse anche di amori.<br>E ogni vicino, ogni sconosciuto, assume una grande importanza. La curiosità è vigile, la simpatia in attesa, la socievolezza in fermento.<br>Si hanno antipatie di una settimana e amicizie che durano un mese; si vedono le persone con occhi sempre diversi, sotto un’ottica speciale.<br>Si scoprono negli uomini, a un tratto, durante una conversazione, dopo cena, sotto gli alberi, una intelligenza superiore e meriti eccezionali, ma, dopo un mese, i nuovi amici così simpatici nei primi giorni, sono già bell’e dimenticati.<br>Si formano però anche legami durevoli e seri più presto che in qualunque altro luogo. Ci si vede tutti i giorni, ci si conosce molto presto e alla cordialità che comincia si mescola qualche cosa simile alla dolcezza e all’abbandono delle vecchie intimità.<br>Più tardi si conserva il ricordo caro e commosso di quelle prime conversazioni attraverso le quali si fa la scoperta delle anime, e si serba il ricordo dei primi sguardi che interrogano e rispondono alle domande e ai pensieri segreti che la bocca ancora non dice, il ricordo della prima confidenza cordiale, il ricordo della deliziosa sensazione provata aprendo il proprio cuore a qualcuno che sembrava aprirvi il suo.<br>E la tristezza della stazione climatica, la monotonia dei giorni sempre eguali rendono d’ora in poi più completo quello sbocciare d’affetti. (da ''Il tic'')
*[[Festa nazionale francese|14 luglio. Festa della Repubblica]]. Ho passeggiato per strada. petardi e bandiere mi rallegravano come un fanciullo, anche se è stupido essere allegri a una data fissa, per decreto governativo. Il popolo è un gregge imbecille, qualche volta stupidamente paziente, qualche volta ferocemente ribelle. Se gli si dice: «Divertiti», si diverte. Gli dicono «Va’ a a combattere il nemico», e lui va a combattere. Gli dicono: «Vota per l’Imperatore», e lui vota così. Poco dopo gli dicono: «Vota per la Repubblica». E lui vota così.<br>Anche coloro che lo influenzano sono idioti, con la sola differenza che non ubbidiscono a degli uomini, ma a dei princìpi, che non possono essere altro che stolidi, sterili e falsi proprio per il fatto che sono dei princìpi, e cioè idee ritenute certe e immutabili, in un mondo dove non si è sicuri di nulla, dato che la luce è un’illusione, il rumore è un’ illusione. (da ''Le Horla'')
 
==''Una vita''==