Ippolito Nievo: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Ippolito Nievo==
 
* Chi non ricorda le magnanime tragedie delle carceri e dei supplizi di [[Mantova]], dove Veneti e Lombardi riconsacrarono il loro voto di concordia con anni comuni di patimenti e con eroismo di martirio? La politica radeva servilmente il suolo allumacato della realtà, ed esse quelle anime indomabili tentavano con penne d'aquila delle altezze quasi empiree della libertà e della fede. Lottarono contro l'impossibile e non furono vinte perchè ricrovarono in cielo il loro culto di libertà, la giurata indipendenza dell'umana ragione, e l'inviolabilità dei loro santi diritti e di uomini e di italiani. Tutte le opinioni li chiamarono [[Martiri di Belfiore|martiri]] {{NDR|di Belfiore}}; l'Europa pianse e meditò forse una tarda giustizia sulle loro tombe; certo il loro sangue fruttificava la virtù e la vendetta.<ref>Da I. Nievo, ''Venezia e la libertà d'Italia'' in ''Due scritti politici'', a cura di M. Gorra, Padova, Liviana, 1988, p. 96.</ref>
 
*Come vedi, la mia Musa sta molto sul positivo, ama i dettagli della vita pratica, e o trascura o sdegna i voli lirici e sentimentali dei poeti Pratajuoli: credo d'aver scelto la via se non più brillante almeno più utile. E poi mi sta dinnanzi quel grande esemplare del [[Giuseppe Giusti|Giusti]] che m'insegna il modo d'adoperarsi perché il verseggiare non sia un'inutilità sociale.<ref>Dalla lettera ad Andrea Cassa, 14 febbraio 1854; in ''Lettere'', a cura di Marcella Gorra, Mondadori, Milano, 1970, p. 264.</ref>
*Ho scritto questo dramma {{NDR|''Gli ultimi anni di Galileo Galilei''}} per purgare il gran [[Galileo Galilei|Galileo]] dell'accusa di viltà mossagli con tanta apparenza di verità dai suoi nemici. Cerco in esso di mostrare come alte e generose e veramente degne di lui furono le ragioni che lo indussero alla famosa ritrattazione. I.N.<ref>Citato in Dario Mantovani, ''Il poeta soldato'', p. 37.</ref>