Leonardo Sciascia: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Leonardo Sciascia==
*A pensarci bene, sono poi questi strumenti (l'ironia e il gusto) che impediscono lo scatto verso la grandezza. Un grande artista, un grande scrittore, non ha ironia e non ha gusto; e così anche i grandi momenti della letteratura, dell'arte, sono quelli che mancano di gusto e non sono governati dall'ironia. (citato in Paolo Nifosì, ''Leonardo Sciascia: la passione di un "incompetente"'', in ''La bella pittura''. Cfr ''Leonardo Sciascia e le arti figurative'', catalogo della mostra, Racalmuto 1999, a cura di Paolo Nifosì, Edizioni Salarchi Immagini, Comiso 1999, p. 19)
*Carissimo Dino {{Ndr|[[Gesualdo Bufalino]]}}, nell'estrema debolezza in cui sono caduto<ref>La lettera fu scritta, Sciascia già irrimediabilmente malato, il 16 aprile 1989 pochi mesi prima della morte.</ref>, il parlare a telefono mi dà emozione e confusione. Ti scrivo dunque: tanto per farmi vivo (?!). Curiosamente, coi miei pensieri mi pare di stare a fare la punta a una matita: sempre più sottile, sempre più acuta, ma che non serve...<ref name=":0">Citato in [[Francesco Merlo]], ''[https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2019/01/27/news/merlo_sciascia-217619436/ Trent'anni dopo a ciascuno il suo Sciascia]'', ''Rep.repubblica.it'', 27 gennaio 2019.</ref>
*Ce ne ricorderemo, di questo pianeta.<ref>Epitaffio sulla tomba a Racalmuto; la citazione è di [[Auguste de Villiers de L'Isle-Adam]]. In un manoscritto conservato dalla famiglia, Sciascia ha scritto: «Ho deciso di farmi scrivere sulla tomba qualcosa di meno personale e di più ameno, e precisamente questa frase di Rouget de l'Isle Adam: "Ce ne ricorderemo, di questo pianeta". E così partecipo alla scommessa di [[Pascal]] e avverto che una certa attenzione questa terra, questa vita, la meritano» (Matteo Collura, ''L'isola senza ponte. Uomini e storie di Sicilia'', Longanesi). Per approfondire, v. Matteo Collura, ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2007/settembre/05/Sciascia_svelato_ultimo_enigma_co_9_070905042.shtml Sciascia, svelato l'ultimo enigma]'', ''Corriere della sera'', 5 settembre 2007, p. 41.</ref>
*Ci sono, si, i suoi quadri: nelle case, nelle gallerie pubbliche, riprodotti a milioni di esemplari, sotto gli occhi di tutti, ad arricchire e ad abbellire la vita, a riscoprirla; ma sono come le terre al sole di don Gesualdo. «Ma egli è siciliano», dice ancora Lawrence di Gesualdo, «e qui salta fuori la difficoltà». La difficoltà, per [[Renato Guttuso|Guttuso]], per noi, per ogni uomo che è nato in quest'isola, di vivere dopo aver fatto, dopo avere accumulato quadri o libri o denaro; la difficoltà a resistere, a non soccombere «sotto il gruzzolo» della ricchezza o della gloria o soltanto e semplicemente delle cose fatte, delle cose in cui abbiamo messo e mettiamo la nostra passione. (Citato in ''Renato Guttuso'', a cura di Natale Tedesco, ''Galleria. Rassegna bimestrale di cultura'', a.XXI, 1-5, gennaio-ottobre 1971.)
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*Si può sfuggire alla polizia italiana – alla polizia italiana così come è istruita, organizzata e diretta – ma non al calcolo delle probabilità. E stando alle statistiche diffuse dal ministero degli Interni, relative alle operazioni condotte dalla polizia nel periodo che va dal rapimento di [[Aldo Moro|Moro]] al ritrovamento del cadavere, le Brigate rosse appunto sono sfuggite al calcolo delle probabilità. Il che è ''verosimile'', ma non può essere vero e reale.<ref>Da ''L'affaire Moro'', pp. 28-29; citato in [[Giancarlo De Cataldo]], ''Romanzo criminale'', Einaudi, 2002, p. 124. ISBN 978-88-06-16096-8.</ref>
*Scrittori e artisti, poeti e pittori, attraverso la particolarità e le particolarità della Sicilia, hanno raggiunto l'universalità. (da ''Come si può essere siciliani'', in Id., ''Fatti diversi di storia letteraria e civile'', Adelphi, Milano 2009, p. 20)
*{{NDR|Presentandosi a [[Danilo Dolci]]}} Sono un maestro delle elementari che si è messo a scrivere libri. Forse perché non riuscivo ad essere un buon maestro delle elementari.<ref name=":0" />
*La crisi dell'Italia è un nord indifferente e un sud in continua crescita, ma non sempre il sud ha le capacità di trasformare il prodotto interno lordo in termini guadagnazionali per l'economia dell'intera nazione. (da una intervista sul ''Corriere della sera'', 16 gennaio 1970)