Henry de Montherlant: differenze tra le versioni

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*Non posso vedere i grandi eventi contemporanei, e gli uomini che ci sono mescolati, senza allontanarli di duecento o duemila anni per collocarli nella storia, nella quale si fanno immediatamente "conformi": talmente simili a tanti altri eventi.<ref>Citato in Luigi Baccolo, ''Il piacere dei grandi sentimenti'', ''La Fiera Letteraria'', 9 giugno 1966, p. 7.</ref>
*Non si giudica un uomo in base al suo valore, né in base a ciò che è o rappresenta. Lo si giudica dalla sua apparenza; se è simpatico o no. Ciò vuole dire essere conciliante, imbrogliare, riuscire. Il mediocre è ciò che piace.<ref>Citato in Mircea Eliade, ''Fragmentarium'', Jaca Book, Milano, 2008, p. 179.</ref>
*Noto semplicemente che alcuni tratti caratteristici della Spagna [...] che gran parte di questi tratti caratteristici della Spagna sono di origine islamica. Questo ideale mistico e sensuale, questa nobiltà, questo ritiro, questoquesta segretezza, questa cortesia, questo disprezzo del lavoro e questa mancanza di spirito, questa assenza di curiosità, questo distacco, questa irragionevolezza, o piuttosto questa sublime indifferenza, questo è l'Islam.
:''Je remarque simplement que quelques traits caractéristiques de l'Espagne [...] que la plupart de ces traits sont d'Islam. Cet idéal mystique et sensuel tour à tour, cette noblesse, ce retrait, ce secret, cette courtoisie [...], ce mépris du travail et ce manque d'esprit de suite, cette incuriosité, ce détachement, cette déraison, ou plutôt cette sublime indifférence [...], c'est l'Islam.'' (da ''Sous les drapeaux morts'', Éd. du Capitole, Paris, 1929, p. 138)
*Oggi il mondo è dominato dallo [[snob|snobismo]]. Snobismo sociale, politico, intellettuale. Intendo per snobismo l'inclinazione ad assumere un'opinione contraria ai propri convincimenti, soltanto perché sembra conveniente e accettata dalla maggioranza. Snobismo è diserzione, vigliaccheria morale.<ref>Citato in Ugo Ronfani, ''Non crede nel mondo moderno'', ''Giornale di Sicilia'', 12 ottobre 1962, p. 3.</ref>
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*'''Ravier''': Poso la mia mano sulla vostra anca e vi sento respirare come respirare sentissi il creato.<ref>Da ''Quelle che prendiamo tra le braccia'', traduzione di Camillo Sbarbaro, ''Sipario'', n. 63, luglio 1951, p. 47.</ref>
*Quando mi si dice che la mia opera non è adatta al mondo moderno, io non saprei altro rispondere che: «tanto meglio».<ref name=rossellini/>
*Quando sono oppresso dal quotidiano, non ai poeti occidentali chiedo la chiave dell'universo, ma ai cinesi, agli arabi, soprattutto ai persiani. [...] {{NDR|L'''homo persicus''}} Soddisfasoddisfa il nostro spirito (saggezza), i nostri sensi (voluttà), la nostra immaginazione (poesia), la nostra anima (spiritualità e sublime). (da ''Il ventaglio di ferro'', 1944<ref>Citato in Marcella Croce, [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/02/10/iraniani-popolo-di-poeti.html ''Iraniani, popolo di poeti''], ''la Repubblica.it'', 10 febbraio 2004.</ref>)
*[...] quando uno ha visto il mondo non gli resta che il suicidio o Dio.<ref name=solinas10/>
*Quel poeta inglese dell’ultima guerra che, a ogni scalo della rotta verso i Dardanelli, pagava un ragazzino perché alla partenza del piroscafo sventolasse il fazzoletto.<ref name=pallinato/>
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*Si passa la giovinezza a far credere di essere uomini. L'età adulta a far credere di essere felici quando invece non lo si è. La vecchiaia a far credere di non essere rimbambiti quando invece lo si è.<ref>Citato in ''Il cinico ha sempre la battuta pronta'', ''Il Giornale'', 19 gennaio 2010, p. 33; ora in [http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerArticolo.php?storyId=0000000195561 cinquantamila.it].</ref>
*[...] si vorrebbe che dalla guerra venisse solo del male. Molti problemi sarebbero semplificati. Ora quest'archetto bagnato di sangue trae dall'uomo accenti profondi che esso solo può far rendere... Di fronte a un uomo che non abbiamo visto prender parte alla guerra restiamo perplessi: si può amarlo? Non m'importa nulla di essere odiato dai pacifisti, perché molti uomini della guerra avrebbero dato la vita per me. Noi siamo entrati nella vita conoscendo sul fronte ciò che era degno d'essere amato. Non escludo i nemici. Certe volte, dinanzi al loro coraggio, si è stati tentati di andare a loro, di prender le loro mani. Ma bisognava ucciderli. (''Chant funèbre pour les morts de Verdun'', 1924<ref name=mortier>Citato in Alfredo Mortier, ''Movimento intellettuale in Francia'', ''Il Secolo XX'', anno 25, n. 8, agosto 1926, p. 567.</ref>)
*{{NDR|Su un giovane attore di sedici anni}} «So che, come attore, non sono affatto formidabile.» [...] Non scherzo minimamente quando affermo che una piccola frase come questa ha per me, per la sua semplicità e purezza, la stessa qualità di alcuni dei migliori versi di Racine. I giapponesi del Medioevo chiamavano ''yugen'' questo fiore di delicatezza, e lo rappresentavano nei loro manoscritti sotto forma di un uccello bianco con un fiore bianco nel becco. Vedo sbocciare questo uccello e il suo fiore dopo la frase che ho appena menzionatamenzionato. Da qui la sensazione di rispetto che tutti i veri educatori provano per la gioventù.
:''«Je sais bien que, comme acteur, je ne suis pas formidable.» [...] Je ne plaisante pas le moins du monde quand je dis qu'une petite phrase comme celle-là a pour moi, par la simplicité et la pureté, la même qualité que certains des meilleurs vers de Racine. Les Japonais du Moyen Âge appelaient yugen cette fleur de délicatesse, et ils la figuraient dans leurs manuscrits par un oiseau blanc portant une fleur blanche dans son bec. Je vois éclore cet oiseau et sa fleur à la suite de la phrase que je viens de citer. De là ce sentiment de respect que tous les éducateurs véritables ressentent pour la jeunesse.''<ref>Da ''‪La tragédie sans masque‬'', Gallimard, Paris, 1972, p. 52.</ref>
*Soldati e schiavi danno al capo la suprema prova d'amicizia, aiutandolo a uccidersi ed uccidendosi insieme. Vigny si chiese (''Journal d'un poète''), in merito a questi suicidi assistiti, quale fosse il misterioso legame che spesso univa padroni e schiavi. Vi è un raggio di sole nella notte purpurea del mondo romano.