Diego Armando Maradona: differenze tra le versioni

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*Al Napoli andrei di corsa. A una condizione: che vada via subito Juliano. In questo caso, parlerei con Ferlaino domani stesso. Il signor Juliano si è permesso di dire che io al Napoli non potrei fare il padrone come faccio a casa mia. Vi assicuro, è la pura e sacrosanta verità.<ref name=Maradona/>
*Se sono favorevole ai controlli {{NDR|antidoping}}? Ci mancherebbe altro! Solo che li estenderei ai dirigenti delle squadre di calcio, perché bastano quattro sconfitte di seguito, ed ecco che subito entrano negli spogliatoi per ordinare agli allenatori di somministrare ai giocatori dosi da cavallo. Avete capito a che punto siamo arrivati? Se poi mi chiedete se ho avuto esperienze personali a proposito, vi rispondo di no. Il mio è stato soltanto un problema personale, lo conosce tutto il mondo.<ref name=Maradona/>
*{{NDR|Sulla finale Germania-Brasile dei [[Campionato mondiale di calcio 2002]]|mondialiMondiali 2002]]}} La somma di un torneo mediocre. Impossibile immaginare un'altra partita. La peggior Germania di tutti i tempi e un Brasile scadente, di solisti. Sinceramente: mi sono annoiato. Un grande portiere, Marcos. Un grande goleador, [[Ronaldo]]. Ma i migliori sono stati [[Rivaldo]] e Roberto Carlos.<ref name=Giappone>Citato in Roberto Beccantini, ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,31/articleid,0287_01_2002_0178_0033_2555419/ Maradona «Che brutto Mondiale»]'', ''La Stampa'', 2 luglio 2002, p. 31.</ref>
*{{NDR|Su [[Ronaldo]]}} Mi auguro che torni quello di una volta, le ginocchia lo condizionano, si è notato da come tirava contro Kahh nel primo tempo. Movimenti innaturali, dettati dalla paura e da tutto quello che ha passato. Se recupera, potrà essere "the best" nel 2006. Oggi non lo è. Al massimo, lo si può premiare per il cuore e per il coraggio.<ref name=Giappone/>
*{{NDR|"Per il gol segnato all'Italia, Ahn rischia di perdere il posto di lavoro"}} Avrei fatto lo stesso. Doveva difendere la sua bandiera. Un atto di estrema nobiltà: prima che al contratto, ha pensato al suo Paese. Nello stesso tempo, non è giusto giudicare tutti gli italiani per la stupidità di uno.<ref name=Giappone/>