Henry de Montherlant: differenze tra le versioni

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*Uno degli orrori della guerra a cui non si presta la dovuta attenzione è che le donne la scampano sempre.<ref name=pallinato/>
*Vi è qualcosa di così inebriante nella solitudine che un essere, pur da me desiderato, accompagnandomi nel giardino guasterebbe il mio piacere, rubandomi a me stesso. O rigenerazione d'essere solo! Solitudine! Solitudine! Come stringerti abbastanza sul mio cuore? (da ''Coups de Soleil''<ref name=serra90/>)
*Vi sono opere che sono slarghi luminosi. Pensando a tali spazi, mi vengono in mente le divine radure di certi dipinti di [[Antoine Watteau|Watteau]], con i loro cieli contratti e rarefatti, i loro alberi elevatissimi, le piccole coppie, sul fondo, con i loro visi rivolti verso qualcosa, e dirette da qualche parte [...]. Spazi luminosi sono i giardini dei poeti-moralisti persiani, così i paesaggi umani di Gozzoli e di Giorgione. Nel suo genere, il ''[[Petronio Arbitro#Il Satiricon|Satiricon]]'' è uno spazio libero, luminoso. Le radure lucenti di Watteau si aprono su malinconiche e delicate partenze, il libro di Petronio su una realtà volutamente cruda di liberazione, ma tutte ci parlano di una vita più autentica che mette in crisi la nostra vita ufficiale, e che dovremmo rimpiangere, custodire o conquistare.
:''Il y a des oeuvres qui sont des clairières. En pensant clairières je pense à ces clairières comme divines de certains tableaux de Watteau, avec leurs ciels resserrés et rares, leurs très hauts arbres, leurs couples menus, en bas, aux visages dètournès vers qelque part, et qui s'en vont quelque part [...]. Et clairières les jardins des poètes-moralistes persans, clairières les paysages humains de Gozzoli et de Giorgione. Eh bien! dans son genre, le Satiricon lui aussi est une clairière. Les clairières de Watteau s'ouvrent pour les dèparts nostalgiques et tendres, la clairière de Pètrone sur une libération volontiers crue, mais celle-ci et celle-là nous parlent d'une vie plus vraie qui rend putride notre vie officielle, et que nous avons à regretter, à sauvegarder ou à conquérir.''<ref>Da ''Preface'', in Pétrone, ''Le satiricon'', Gallimard, Paris, 1959, pp. 11-12.</ref>
 
==''Aux fontaines du désir''==