Aleksandr Ivanovič Gercen: differenze tra le versioni

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'''Aleksandr Ivanovič Herzen''' (1812 – 1870), scrittore e rivoluzionario russo.
 
==Citazioni di Aleksandr Ivanovič Herzen==
*L'amore e l'amicizia sono come l'eco: danno tanto quanto ricevono.<ref>Citato in Aa. Vv., ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti, BUR, 2013.</ref>
*La [[schiavitù]] è il primo passo verso la civiltà. Per l'evoluzione è necessario che alcuni vivano molto meglio e altri molto peggio; in questo modo chi vive meglio può progredire a scapito dell'altrui vita. (da ''Dall'altra sponda'')
*Non si possono imbrigliare le [[passione|passioni]] con la [[logica]], ma si possono giustificare al cospetto di una corte d'appello. Le passioni sono fatti, non dogmi. (da ''My Past and Thoughts'')
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*{{NDR|Sui [[Genova|genovesi]]}} È difficile osservarli: vi guizzano di continuo davanti agli occhi, corrono, si {{Sic|affaccendano}}, scorrazzano di qua e di là, si affrettano. I vicoli verso il mare brulicano di gente, ma quelli che stanno fermi non sono genovesi, sono marinai di tutti i mari e di tutti gli oceani, piloti, capitani. Qui una campana, là un'altra campana: Partenza! Partenza! Una parte del formicaio si dà da fare, gli uni caricano, gli altri scaricano. (1949, p. 408)
*Mi trovai a [[Genova]] insieme con certi americani che avevano attraversato l'Oceano da pochissimo tempo. Genova li colpì. Vedevano coi loro occhi tutto quel che avevano letto sul vecchio mondo e non potevano saziarsi di contemplare le vie medievali, ripide, strette, buie, l'insolita altezza delle case, le fortificazioni e i viadotti semidiroccati, ecc.<br>Entrammo nell'atrio di un palazzo. Un grido di ammirazione si sprigionò dal petto di uno di essi: «Come visse questa gente! – ripeteva, – che dimensioni, che bellezza! No, da noi non c'è nulla di simile!» Ed era pronto ad arrossire per la sua America. Gettammo un'occhiata nell'interno d'un vasto salone: ritratti degli antichi padroni, quadri, pareti scolorite, vecchi mobili, vecchi stemmi, aria morta, vuoto... e il vecchio custode con la cuffia di maglia nera, in logora giacchetta nera, col mazzo delle chiavi... tutto diceva che quella non era più una casa, ma una rarità, un sarcofago, il vestigio opulento d'una vita passata.<br>– Sì, – dissi nell'uscire agli americani, – avete completamente ragione, questa gente ''visse'' bene. (''Venezia la bella''; 1949, p. 430)
 
==Note==
<references />
 
==Bibliografia==