Eugenio Scalfari: differenze tra le versioni

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*[[Matteo Renzi|Renzi]] ha le caratteristiche, per quel poco della sua visione che conosciamo (che non è molto), di persona liberal-moderata. Se lui [Renzi] diventa il capo del partito, cambia l'antropologia del partito {{NDR|Partito democratico}}, perché il partito è un partito riformista di centro sinistra, non è un liberale-moderato il partito.
*[[Carlo Maria Martini|Martini]] credeva fermamente in Gesù Cristo, figlio di dio, io ho sempre avuto come uno dei riferimenti principali del mio modo di pensare Gesù di Nazareth, figlio dell'uomo. La nostra differenza era questa – che è grossa – ma non tale da non consentirci di camminare la mano nella mano.
 
{{Int|Da ''[http://www.repubblica.it/politica/2016/05/29/news/referendum_1946_scalfari-140836071/ Referendum del 1946, Scalfari: "Perché votai per il re"]''|Intervista di Simonetta Fiori, ''Repubblica.it'', 29 maggio 2016.}}
*{{NDR|Sul [[Nascita della Repubblica Italiana|referendum istituzionale del 1946]]}} Perché ho votato per la monarchia? Ero liberale e crociano. E Croce riteneva che soltanto la monarchia avrebbe potuto arginare la pressione del Vaticano.
*[[Benedetto Croce|Croce]] era convinto che l'istituto monarchico offrisse maggiori garanzie di laicità rispetto alla repubblica guidata dalla [[Democrazia cristiana]]. Per molti cattolici l'Italia era "il giardino del Vaticano".
*{{NDR|Sul [[Nascita della Repubblica Italiana|referendum istituzionale del 1946]]}} Ne discussi anche con [[Italo Calvino]], che votò per la Repubblica. Lo ricordo bene perché fu l'ultima lettera, quella che chiuse il nostro scambio epistolare.
*{{NDR|Sul voto alla monarchia espresso da [[Luigi Einaudi]] al [[Nascita della Repubblica Italiana|referendum istituzionale del 1946]]}} Era un liberale, come lo ero io. In realtà eravamo repubblicani. E infatti subito dopo il voto mi sentii lealmente schierato con la Repubblica.
*{{NDR|Sul [[Nascita della Repubblica Italiana|referendum istituzionale del 1946]]}} In un primo momento circolò la voce che avessero vinto i monarchici: al Sud il loro voto era stato di gran lunga prevalente. C'era una grande confusione, anche il timore che la votazione non si fosse svolta in modo regolare.
*Nell'inverno del 1943 ero ancora [[fascismo|fascista]], come la massima parte dei miei coetanei. Ed ero contento di esserlo, tra mitografie imperiali, la divisa littoria che piaceva alle ragazze, il lavoro giornalistico su Roma fascista. Finché fui cacciato dal Guf per un articolo in cui denunciavo una speculazione dei gerarchi. Se Carlo Scorza non mi avesse espulso, avrei vissuto il post-fascismo da fascista.
*A [[Sandro Pertini|Pertini]] mi legava un'amicizia perfino imbarazzante, che il presidente ostentava senza reticenza. Interveniva per telefono anche alle riunioni mattutine de ''[[la Repubblica]]'', e la sua voce energica portava allegria.
*Scelsi il nome ''[[la Repubblica]]'' perché volevo dare al giornale un carattere politico e nazionale.
 
==''L'uomo che non credeva in Dio''==