Ateismo: differenze tra le versioni

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*Almeno in qualcosa dovremmo essere grati alla felicemente defunta [[Unione Sovietica]]. La quale, subito dopo la fondazione, creò a San Pietroburgo, che aveva ribattezzato Leningrado, il grande Istituto per l'Ateismo Scientifico, con migliaia di dipendenti e centinaia di professori universitari a contratto. Per settant'anni lavorarono sodo per dimostrare l'incompatibilità tra [[scienza]] e [[religione]] (e proprio così, ''Scienza e religione'', si chiamava la loro rivista, diffusa gratuitamente in molte lingue, in tutto il mondo), per decenni, dunque, si diedero da fare per trovare la prova oggettiva, inconfutabile, scientifica appunto, dell'inesistenza di [[Dio]]. Quando tutto crollò, e quando Leningrado tornò a chiamarsi San Pietroburgo, la famosa Prova non era stata trovata: avrebbero potuto cercare altri settanta o settecento anni, ma non sarebbe saltata fuori lo stesso. Dunque, anche grazie ai miliardi di rubli investiti dall'ateismo di Stato, abbiamo la conferma oggettiva che la [[fede]] non è confutabile per via scientifica. ([[Vittorio Messori]])
*Ateismo e una sorta di ''seconda innocenza'' sono intrinsecamente connessi. ([[Friedrich Nietzsche]])
*Ateo<br>''Uno | che crede | nell'al di qua''. ([[Marcello Marchesi]])
*Certo non vorrei aver a che fare con un principe ateo perché, nel caso si mettesse in mente d'avere interesse a farmi pestare in un mortaio, son ben certo che lo farebbe senza esitazione. Nemmeno vorrei, se fossi un sovrano, avere a che fare con cortigiani atei, che potrebbero aver interesse ad avvelenarmi... Quale conclusione trarremo da tutto ciò? Che se l'ateismo è estremamente pericoloso in quelli che governano, lo è pure negli uomini di studio, per quanto la loro vita possa essere pura, perché le loro idee possono uscire dal chiuso delle biblioteche e raggiungere le piazze; che l'ateismo infine anche se non è così funesto quanto il fanatismo, è quasi sempre fatale alla virtù. ([[Voltaire]])
*Chi non crede in Dio non è vero che non crede in niente perché comincia a credere a tutto. (attribuita a [[Gilbert Keith Chesterton]])