Giuseppe Giusti: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Giuseppe Giusti==
*''A battesimo suoni o a funerale, | Muoremuore un Brigante e nasce un Liberale''. (da ''Il "Delenda Cartago"'', 2)
*''Che i più tirano i meno è verità, | Postoposto che sia nei più senno e virtù; | Mama i meno, caro mio, tirano i più, | Sese i più trattiene inerzia o asinità''. (da ''I più tirano i meno'')
*''Così di mese in mese e d'anno in anno, | Amandosiamandosi e vivendo lemme lemme, | Èè certo, cara mia, che camperanno | Aa dieci doppi di Matusalemme: | Ee noi col nostro amore agro e indigesto, | Invecchieremoinvecchieremo, creperemo e presto''. (da ''L'amor pacifico'', 26)
*''È settentrional spada di ladri | Tòrtatòrta in corona''. (da ''L'incoronazione'', 22, citato<ref>Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 465.</ref>)
*''Eroi, eroi, | Cheche fate voi?'' (da ''Il poeta e gli eroi da poltrona'', citato<ref>Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/780#c2101|748]].</ref>)
*''Gino mio, l'ingegno umano | Partorìpartorì cose stupende, | Quandoquando l'uomo ebbe tra mano | Menomeno libri e più faccende''. ([[Epigrammi|epigramma]] a [[Gino Capponi]]; citato<ref>Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 149.</ref>)
*''I [[figli]], dicono, | non basta farli; | v'è la seccaggine | dell'educarli.'' (da ''Preterito più che perfetto del verbo pensare'', in ''Versi editi ed inediti'')
*''Il [[Buonsenso]], che già fu caposcuola, | ora in parecchie scuole è morto affatto; | la Scienza sua figliuola | l'uccise, per veder com'era fatto.'' (dagli ''Epigrammi'')
*''Il fare un [[libro]] è meno che niente, | se il libro fatto non rifà la gente.'' (dagli ''Epigrammi'')
*{{NDR|Su [[Leopoldo II di Toscana|Leopoldo II]]}} ''Il toscano Morfeo vien lemme lemme, | di papaveri cinto e di lattuga, | che, per la smania d'eternarsi, asciuga | tasche e maremme. | Co' tribunali e co' catasti annaspa; | e benché snervi i popoli col sonno, | quando si sogna d'imitare il nonno, | qualcosa raspa''. (da ''L'incoronazione'', 7, citato<ref>Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 506.</ref>)
*''Liberamente il forte | Apreapre al dolor le porte | Deldel cor, come all'amico''. (da ''Al medico Ghinozzi contro l'abuso dell'etere solforico'', str. 5, citato<ref>Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', U. Hoepli, Milano, 1921, p. 428.</ref>)
*''Più dell'essere | Contaconta il parere''. (da ''Le memorie di Pisa'', 7)
*''Prete Pero è un buon cristiano, | Lietolieto, semplice, alla mano; | Vivevive e lascia vivere''. (da ''Il Papato di Prete Pero'', 1)
*''Quel'' tu ''alla quacquera | Didi primo acchito! | Virt di vergine | Labbrolabbro, in quegli anni, | Cheche poi, stuprandosi | Coco' disinganni, | Mentisce armato | Dd'un'' lei ''gelato!'' (da ''Le memorie di Pisa'', 6)
*''Stretto per l'andito | Sfilasfila il '' bon ton''; | Sisi stroppia, e brontola'' |'' Pardonpardon, pardon. (da ''Il ballo'', 13)
*Una sola preoccupazione terrà l'animo mio, ed è questa: che io credo al bene piuttosto che al male; credo molti i buoni e pochi i tristi; credo più nel buon senso che nella dottrina; credo che le vittime vere sieno i persecutori. Queste credenze parranno strane e saranno strane per uno oramai pervenuto agli ultimi anni della gioventù; strane a chi sa che io mi sono, dilettato no, (chè il mordere in fondo non diletta neppure il cane) ma dato a pungere i vizi, gli errori e le storture del tempo. (da ''Cronaca dei fatti di Toscana'')
*''Viva le maschere | Dd'ogni paese''. (dal ''Brindisi di Girella'', citato<ref>Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 536.</ref>)
 
==''Epistolario''==
*Ti sia sempre nella mente che compiacersi dei mali dei nostri simili è crudeltà; rilevarne i difetti è malignità; riportare i fatti o i discorsi dell'amico per nuocergli è perfidia. (a Giovannino Piacentini, 7 dicembre 1840,; vol. I, n. 59, p. 264)
 
*Vorrei che i libri si scrivessero per insegnare, invece si scrivono per mostra di sapere. (dalla lettera a Tommaso Grossi,; vol. I, n. 121, p. 370)
*Ti sia sempre nella mente che compiacersi dei mali dei nostri simili è crudeltà; rilevarne i difetti è malignità; riportare i fatti o i discorsi dell'amico per nuocergli è perfidia. (a Giovannino Piacentini, 7 dicembre 1840, vol. I, n. 59, p. 264)
*Nella [[gioia]] l'uomo è sbadato, imprevidente, infecondo: le belle qualità dell'animo e della mente o non sono, o non si palesano negli uomini felici: una sventura le fa scintillare come l'acciaio la pietra focaia. (dalla lettera a Giuseppe Vaselli, novembre 1843,; vol. I, n. 126, p. 386)
*Vorrei che i libri si scrivessero per insegnare, invece si scrivono per mostra di sapere. (dalla lettera a Tommaso Grossi, vol. I, n. 121, p. 370)
*[[Montaigne]] è scrittore ardito, avventato, da fare inalberare i cervelli soliti a andare avanti colle seste; uomo che parlando di e d’altri, dice troppo, come se avesse paura di non dir tutto. In quel suo fare rotto, fantastico e molte volte arruffato, a taluni può parere un cinico pieno di sé, ad altri uno che si vuol mostrare al pubblico tal quale, <blockquote>Intero e saldo e colle sue radici,</blockquote> a qualunque costo, pur di dire il vero. Io lo credo uno degli scrittori più forti, più pieni, più liberi da ogni pastoia che possa vantare la sapienza pratica, buona per le spese minute della vita, e uno dei più grandi poeti che abbia la prosa. (dalla lettera a Giovan Pietro Vieusseux, autunno 1844,; vol. I, n. 165, pp. 459-60)
*Nella [[gioia]] l'uomo è sbadato, imprevidente, infecondo: le belle qualità dell'animo e della mente o non sono, o non si palesano negli uomini felici: una sventura le fa scintillare come l'acciaio la pietra focaia. (dalla lettera a Giuseppe Vaselli, novembre 1843, vol. I, n. 126, p. 386)
*{{NDR|Commento su di un articolo di giornale che critica un suo scritto su [[Giuseppe Parini]]}} [...] mi ripiglia sulla scelta dello stile di quel lavoro, quasi che lo [[stile]] si scegliesse come il panno per farsi una giubba, o piuttosto uno non se lo trovasse addosso bell'e cucito dalla madre natura. (dalla lettera ad [[Alessandro Manzoni]],; vol. II, n. 282, p. 219)
*[[Montaigne]] è scrittore ardito, avventato, da fare inalberare i cervelli soliti a andare avanti colle seste; uomo che parlando di sè e d’altri, dice troppo, come se avesse paura di non dir tutto. In quel suo fare rotto, fantastico e molte volte arruffato, a taluni può parere un cinico pieno di sé, ad altri uno che si vuol mostrare al pubblico tal quale, <blockquote>Intero e saldo e colle sue radici,</blockquote> a qualunque costo, pur di dire il vero. Io lo credo uno degli scrittori più forti, più pieni, più liberi da ogni pastoia che possa vantare la sapienza pratica, buona per le spese minute della vita, e uno dei più grandi poeti che abbia la prosa. (dalla lettera a Giovan Pietro Vieusseux, autunno 1844, vol. I, n. 165, pp. 459-60)
*{{NDR|Nello scrivere}} Tenetevi tutti lontani da ogni [[eccesso]] e di stile e di passione, e farete cosa utilissima e onestissima. (dalla lettera a Matteo Trenta, Firenze, 14 febbraio 1848; vol. II, n. 329, p. 312)
*{{NDR|Commento su di un articolo di giornale che critica un suo scritto su [[Giuseppe Parini]]}} [...] mi ripiglia sulla scelta dello stile di quel lavoro, quasi che lo [[stile]] si scegliesse come il panno per farsi una giubba, o piuttosto uno non se lo trovasse addosso bell'e cucito dalla madre natura. (dalla lettera ad [[Alessandro Manzoni]], vol. II, n. 282, p. 219)
*{{NDR|Nello[...] scrivere}}quando Tenetevi tutti lontani da ogniil [[eccessopianto]] enon diè stileavvelenato e didalla passionevergogna, eil faretedolore cosafa utilissimabello e onestissimafortifica. (dalla lettera a MatteoGiacinto TrentaCollegno, Firenze,10 14dicembre febbraio 1848,1847; vol. II, n. 329323, p. 312303)
*[...] quando il [[pianto]] non è avvelenato dalla vergogna, il dolore fa bello e fortifica. (dalla lettera a Giacinto Collegno, 10 dicembre 1847, vol. II, n. 323, p. 303)
 
==''Gingillino''==
*''Io credo nella Zecca onnipotente | Ee nel figliuolo suo detto Zecchino''. (III, 32)
*''Oh le vecchie, le vecchie, amico mio, | Portanoportano chi le porta; e lo so io''. (III, 18)
*''Se mai nasce uno scandalo, un diverbio, | Unun tafferuglio in quella casa là, | [[Acquaacqua]] in bocca, e rammentati il proverbio: | Moltomolto sa chi non sa, se tacer sa.'' (in ''Versi editi ed inediti'')
*''Sotto la gramola | Deldel pedagogo | Cùrvaticùrvati, schiàcciati, | Rompitirompiti al giogo''. (I, 5)
*Tibi quoque, tibi quoque | ''Èè concessa facoltà | Didi potere in'' jure utroque | ''Gingillargingillar l'umanità''. (P. I, 37)
*''Un gran proverbio, | caro al Potere, | dice che l'essere | sta nell'avere.'' (I, 32)
 
==''Il Mementomo''==
*''Dietro l'avello | Didi [[Niccolò Machiavelli|Machiavello]] | Dormedorme lo scheletro | Didi Stenterello''. (2)
*''Non crepa un asino | Cheche sia padrone | Dd'andare al diavolo | Senzasenza iscrizione''. (2)
*''Lasciate il prossimo | Moriremorire in pace, | Oo parolai, | Oo epigrafai, | Oo vendi-lacrime | Sciupasciupa-solai''. (9)
 
==''La terra dei morti''==
*''Ah! d'una gente morta | Nonnon si giova la [[storia]]''.
*''Difatto, dopo morto | Èè più vivo di prima''. (6)
*''Ma il libro di natura | Haha l'entrata e l'uscita: | Toccatocca a loro la vita, | Ee a noi la sepoltura''. (12)
*''Tra i salmi dell'Uffizio | Cc'è anco il ''Dies irae'': | Oo che non ha a venire | Ilil [[giudizio universale|giorno del giudizio]]?'' (15)
 
==''La vestizione''==
*''L'illustre bindolo | Aa capo basso | Pareaparea Don Bartolo | Fattofatto di sasso''. (I, 49)
*''Vendevi [[Zenzero|zénzero]] | Perper pepe bono''. (61)
*''O in oggi ha credito | Lolo sbarazzino, | Oo Santo Stefano | Tiratira al quattrino''. (72)
 
==''Raccolta dei proverbi toscani''==
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*''Gran disgrazia, mia cara, avere i nervi | troppo scoperti e sempre in convulsione, | e beati color, Dio li conservi, | che gli hanno, si può dire, in un coltrone, | in un coltrone di grasso coi fiocchi, | che ripara le nebbie e gli scirocchi.''
 
== Citazioni su Giuseppe Giusti ==
* Come vedi, la mia Musa sta molto sul positivo, ama i dettagli della vita pratica, e o trascura o sdegna i voli lirici e sentimentali dei poeti Pratajuoli: credo d'aver scelto la via se non più brillante almeno più utile. E poi mi sta dinnanzi quel grande esemplare del Giusti che m'insegna il modo d'adoperarsi perché il verseggiare non sia un'inutilità sociale. ([[Ippolito Nievo]])
 
==note==
<references />
 
==Bibliografia==