Claudio Sabelli Fioretti: differenze tra le versioni
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*In Italia c'era l'Avvocato, c'è il Cavaliere, c'è l'Ingegnere. E c'è anche il Principe. [[Carlo Caracciolo]], principe di Castagneto, duca di Melito. L'uomo che ha fatto grandi L'Espresso e la Repubblica. Qualcuno lo chiama Dottore. Qualcuno Presidente. Il personale di servizio, a casa, lo chiama Don Carlo.<ref>Da ''[http://interviste.sabellifioretti.it/?p=836#more-836 Carlo Caracciolo]'', ''La Stampa'', citato in ''Interviste.sabellifioretti.it'', 10 gennaio 2008.</ref>
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*In Italia vige ufficialmente il politicamente corretto. Quando qualcuno ti chiede la tua opinione su donne, su extracomunitari, su neri, su omosessuali, su handicappati, su ebrei è meglio rifiutarsi o al massimo rispondere facendo riferimento al pensiero unico buonista. Non costa nulla, nessuno ti rimprovera di nulla e tu non rischi nulla. Ma io non ce la faccio. Ho sempre pensato che le parole sono importanti ma non quanto i fatti. Perciò non penso che il problema si risolva chiamando "neri" i negri o "diversamente abili" gli handicappati. E non raccontando barzellette sugli ebrei (cosa che gli ebrei fanno in continuazione ed egregiamente).
*Io faccio parte di quella generazione che sosteneva che se le donne avessero potuto andare al potere avrebbero mostrato agli uomini che si poteva governare con maggior senso di giustizia e di umanità. Eravamo fortemente convinti che le donne avrebbero spiazzato gli uomini promuovendo un mondo migliore. E quindi non posso che dichiararmi deluso.
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