Aldo Busi: differenze tra le versioni

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*Un [[uomo]] è sempre così convinto di essere un vulcano per dono divino che gli sembra degradante doversi confrontare con una faccenda di faville. (1991; p. 101)
*Angelo lo guardava per la prima volta in un certo modo, desolato per lui, un finestrone adiposo rappreso nella sua volontà di non spalancarsi su niente perché niente dell'interno trapelasse e passare il resto della propria esistenza prono a spiare dal buco della serratura il paesaggio degli altri. (1991; p. 143)
*L'[[Italia]] legale, dall'industria all'università, dalla cultura alla politica, era un immenso bacino geografico di ladrocinii. Si falsificava la vita in tutta omertà per meglio depredarla, asservirla, depistarla. (1991; p. 156)
*{{NDR|Jasmine Belart}} non sembrava una tipa da farsi illusioni. Sembrava, come dire, slegata da questo, da tutti questi uomini che dovevano aver attraversato la sua cruna; ecco, era qualcosa di più vasto e completo di una cruna, era un ago: doveva venir infilzata per continuare a infilzare. (1991; p. 191)
*Ma la [[vita]] è così: ammassata e secca, piena di avvenimenti sterili e ripetuti e sempre uguali e di cui si perde memoria. Spremi, e verrà fuori un pulviscolo di frustazioni standard e un odore di fenolo, un polverizzarsi di garze faraoniche. (1991; p. 319)
*Continuando a riscuotere successo con i ricatti sessuali, la gente continuerà a pensare che la sessualità ''è'' ricattabile, per pigrizia a convincersi del contrario. Non mi conviene questo stile. Lo escludo per ideologia. (1991; p. 457)
*Il treno è l'deale per riassumere le distanze coperte che si parano davanti a quest'altra da coprire. Se poi si tratta di una notte vacanziera e ci si trova accucciati tra valigie e calzature, orli di gonne e caviglie nude e sandali infradito fra la porta della toilette e quella dello scompartimento, la posizione stessa di estremo raccoglimento nella parte bassa del mondo determina il corso dei pensieri di odio, non solo contro il ministero dei Trasporti. (2014; p. 145)
*Non ha che da pensare un attimo all'"amore" per esaurirlo e trovarvi subito dietro montagne di odio da smantellare a piacimento. Fino all'arrivo in capo al mondo. Consuma in qualche ora tutte le aspettative che erano state in attesa giorno dopo giorno della vita di cui ha memoria e, invariabilmente, le comprime in un sovrastante motivetto scandito nell'accidia e nel risentimento: "Amor che a nullo amato amar perdona".<br> Quante discussioni sul vero significato di questo verso, ma Angelo non aveva dubbi, contro le opinioni più illustri e autorevoli: l'amore non perdona a nessuno di amare, l'amore è spietato con chi lo prova, innanzitutto... anche se chi è amato non sempre ne esce indenne, che gli piaccia o no... amare qualcuno significa spesso sentire l'odio crescere per se stessi, perché se non sei ricambiato cresce in valore solo l'altro, a dismisura, e affossi te sempre più. Altro che chi è amato non può non amare chi l'ama! Certo, se invece di "nullo amato" ci fosse stato "nullo amante" sarebbe stato tutto più semplice ma si sa, Dante non era mica Bazarovi!<br> Angelo non ha avuto la ventura di sapere cosa sarebbero state queste emozioni di amorosa appartenenza a qualcuno se vissute una volta in tutta la loro estensione temporale e sentimentale con l'altro, e sino a che punto questo subitaneo deteriorarsi dell'amore nell'odio e nella rabbia e nella depressione e nella rassegnazione era determinato da cause esterne o dal suo deliberato intervento. C'era stato un continuo potare, una storia fatta di velature di sale perché tutto finisse ''lì''. (2014; p. 146)
*L'[[Italia]] legale, dall'industria all'università, dalla cultura alla politica, era un immenso bacino geografico di ladrocinii. Si falsificava la vita in tutta omertà per meglio depredarla, asservirla, depistarla. (1991; p. 156)
*{{NDR|Jasmine Belart}} non sembrava una tipa da farsi illusioni. Sembrava, come dire, slegata da questo, da tutti questi uomini che dovevano aver attraversato la sua cruna; ecco, era qualcosa di più vasto e completo di una cruna, era un ago: doveva venir infilzata per continuare a infilzare. (1991; p. 191)
*Preferiva questa spietata autocritica, comunque, al rischio di prendere sul serio i suoi slanci, che era come un offrire il costato alla lancia già in resta del povero e sempre sinistro mendico-nemico da aiutare. Insomma, voleva, sì, aiutare talvolta qualcuno in modo capillarmente disinteressato, ma almeno non voleva per questo essere troppo scoperto e vulnerabile alle sue pugnalate nella schiena, ecco. Non voleva essere troppo punito solo perché, aiutando qualcuno senza volere niente, davvero, ma niente niente in cambio, andava contro tutte le leggi della società anche più civile. Non era il solito e semplice e cannibalico missionario che aiutava qualcuno, era un laico senza l'ostia che converte e aggioga, era lui, Angelo Bazarovi, una mente sociale nuova e inedita. L'impresa era tanto più disperata. In questa società solo missionari e usurai possono fare del bene e farla franca: perché applicano gli interessi. Lui no, e non si sentiva mai tanto in pericolo di vita come quando tendeva una mano per aiutare qualcuno a rialzarsi e a stare sui propri piedi almeno un po'. Senza neppure chiedergli quel poco di sangue necessario per laccarsi le unghie della mano tesa. (2014; p. 196)
*Lui si era buttato a corpo morto in una verità. La sua franchezza e irrequietudine gli stavano chiudendo ogni porta, e lui rilevava che la «grande» e «media» borghesia accusava la sua perdita più catastrofica: lo snobismo. Non le restava veramente più niente, a parte i soldi. E se ''il successo'' era quello, ovvero il futuro di un uomo intelligente e spiattellato come lui, lui non voleva averne. Ma detestava anche il pensiero di diventare un lavapiatti con la laurea. Doveva pur esserci ''una via di mezzo''.<br> No, non esisteva: per questo la si poteva trovare facilmente, bastava distogliere un attimo quel suo sguardo impietoso, ''guardare avanti'', rassegnarsi a una forma di corruzione del suo stile. L'infelicità, il disagio, la tristezza altrui non lo rendevano contento, lo umiliavano, lo inibivano. Lui voleva affermare la propria intelligenza e i propri meriti affermando sincronicamente che intelligenza e merito, ammesso esistessero al di là dei postulati sociali di comodo del momento, dovevano rinnegarsi quali fonti di privilegio. (2014; p. 239)
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*Stava seppellendo anche se stesso nella compostezza di quella ribellione solo interiore. (2014; p. 247)
*[...] a Angelo sembra di rifare cammini tracciati non più da lui, percorsi obbligati di una memoria che solo parzialmente gli appartiene. [...] Per questo non ha mai pensato di fare visita a Giorgina o a suo padre: erano due commiati irrigiditi che scavavano in lui continuamente alla ricerca impossibile di una carezza da dare, da ricevere. Due pensieri senza riposo, due nervosità inquiete nella sua carne viva, il contrario della polvere. Non si può andare a trovare qualcuno che ti abita dentro. (2014; pp. 260-261)
*Ma la [[vita]] è così: ammassata e secca, piena di avvenimenti sterili e ripetuti e sempre uguali e di cui si perde memoria. Spremi, e verrà fuori un pulviscolo di frustazioni standard e un odore di fenolo, un polverizzarsi di garze faraoniche. (1991; p. 319)
*Qualche ora lancinante così, senza poter spegnere la visionarietà delle cellule nervose dell'uomo solo in terrazza, istigato dal buio a guardare della sua vita la vita degli altri... cioè tutto ciò che intuisci ma non potrai vedere. (2014; p. 360)
*"Sarà con suo figlio" pensa Angelo... ecco che cominciano le preoccupazioni strutturalistiche in seno al sistema parentale, un inizio di disgusto preventivo a causa di questa voce del suo sangue che amplia a sempre più ''estranei'' il terrore di commettere un'aberrazione incestuosa; [...] e lui, Angelo, ha orrrore di tutti gli anelli della carne umana inanellatasi fra passato e presente perché nell'uno o nell'altro c'è attaccato anche lui, uno stesso cordone ombelicale... e se lui non isola l'uomo, non ne attracca il cazzo. Ogni riverbero di ''famiglia'' su un uomo paralizza Angelo, da individuo quale brillava nel desiderio diventa un tassello nella griglia della materia che si decompone dall'uno all'altro essere nel tempo, un pus a distanza ravvicinata, un magma di placente collegate in cui pescare un pezzo di carne già marcia, già appartenuta, già morta nell'attimo stesso in cui nasce o ne procrea un altro pezzo... (2014; pp. 374-375)
*Angelo, nei frangenti decisivi della vita, non si amava abbastanza. Per evitare contrattempi e ritorsioni e mancanza di franchezza, preferiva dire di avere la lebbra anziché nascondere un raffreddore. La cosa era anche di una comodità inaudita: nessuno avrebbe mai potuto incolparlo di avere preso da lui l'influenza. (2014; p. 418)
*Continuando a riscuotere successo con i ricatti sessuali, la gente continuerà a pensare che la sessualità ''è'' ricattabile, per pigrizia a convincersi del contrario. Non mi conviene questo stile. Lo escludo per ideologia. (1991; p. 457)
 
==[[Incipit]] di alcune opere==