Albert Sánchez Piñol: differenze tra le versioni

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*Il tiranno che avrebbe devastato l'Uganda, il despota che avrebbe ucciso migliaia di sudditi, era ritenuto dai suoi superiori un esempio di disciplina e d'obbedienza all'ordine coloniale. Altri meriti non ne aveva e non gli erano nemmeno richiesti. Le autorità non si presero neppure la briga d'insegnarli un inglese minimamente corretto. Era sufficiente capire quattro ordini. Neanche quando arrivò alla presidenza Amin perse tempo a migliorare il proprio inglese. Gli bastava soltanto impartire quattro ordini. (p. 16)
*[[Milton Obote|Obote]] era stato educato ai principi della tradizione democratica inglese. Come per molti altri dirigenti africani, il punto di partenza era una concezione socialista di ampio respiro da raggiungere in Uganda attraverso la via parlamentare. I problemi di Obote erano tanto prevedibili quanto insolubili: un paese che aveva strutture del XIX secolo doveva guadagnare il supposto socialismo del XXI in un breve lasso di tempo. Per affrontare le resistenze, Obote fece ricorso alla forza dello Stato. Un po' alla volta l'Uganda si trasformò in una specie di dittatura civile e risultava paradossale che, entro certi limiti, la mentalità obotista fosse restia ad abbandonare il modello democratico. (p. 16)
*Obote divenne lo sponsor politico di Idi Amin. La sua carriera militare fu quindi fulminea mentre faceva il lavoro sporco, vale a dire terrorizzare o liquidare i nemici del presidente.</br>Sembra per ora inconfutabile che Obote abbia commesso un errore classico. Quando ti avvali di un [[cane e lupo|cane]] per eliminare i [[cane e lupo|lupi]], il cane alla fine, dopo aver fatto fuori tanti lupi, diventa peggio di tutto il branco. (p. 17)
*{{NDR|Riguardo [[Jean-Bedel Bokassa]]:}} Se lo si accusa di essere stato un dittatore, la mente corre subito a Chaplin; se lo si ritiene un pazzo, il suo delirio napoleonico è stato troppo perfetto: di tutti i pazzi che si sono creduti l'imperatore dei francesi, lui è stato l'unico che sia riuscito a incoronarsi imperatore dei centro africani. Comunque lo si voglia giudicare, Bokassa va talmente là di ogni accusa che il tribunale della Storia, prima di pronunciare la propria sentenza, si porrà la domanda: ma è davvero esistito Jean Bedel Bokassa? (p. 37)
*Bokassa aveva un particolare riguardo nei confronti dell'altro sesso. Le pattuglie militari facevano chiudere locali sospetti di dare copertura alla prostituzione. Una volta, ad esempio, decise che il miglior modo per onorare la Festa della Mamma era quello di liberare tutte le detenute. E lo fece. Ma non basta. Gruppi femministi di pressione, che avevano un certo peso nella Repubblica Centrafricana, lo esortarono a porre termine alla discriminazione nei confronti delle donne. Poco dopo Bokassa firmò un decreto che minava alle basi il maschilismo nazionale: si vietava la poligamia. [...] Sfortunatamente non si può affermare che Bokassa fosse del tutto coerente con lo spirito delle leggi che lui stesso aveva promulgato: ebbe più di settanta mogli. (p. 40)